Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/332: differenze tra le versioni

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{{Pt|pulsa|ripulsa}} formò il campo e cinsela d'assedio, non ignorando esservi là entro diffalta d’annona. Cetego in allora, patrizio, primo del romano senato, e tenuto dai cesariani duci in sospetto di traditore, si fe’ a Centumcelle.
{{Pt|pulsa|ripulsa}} formò il campo e cinsela d'assedio, non ignorando esservi là entro diffalta d’annona. Cetego in allora, patrizio, primo del romano senato, e tenuto dai cesariani duci in sospetto di traditore, si fe’ a Centumcelle.


II. In questo mezzo Belisario inquieto sui destini di Roma e di tutto l’imperio, potendo in conto veruno da Ravenna sovvenire di truppe gli assediati, difettandone egli stesso, risolvé levarsi di là e trasferire il campo in quelle adiacenze per meglio provvedere da vicino ai bisognosi d’aiuto. Egli pentivasi già dell’andata da principio a Ravenna, consigliatovi da Vitalio nella persuasione di avere operato contro agl’ interessi dell’ imperatore; conciossiachè ivi rinchiuso abbandonato avea nelle mani de’ nemici la sorte della guerra. In quanto a me sembrami che il duce mal si apponesse, sovrastando allora inevitabili sinistri ai Romani : o dato ben anche più avvantaggioso il suo divisamento, noi dovremo confessare essergli stato il Nume contrario per favorire Totila ed i Gotti, e derivato quindi che i migliori accorgimenti riuscissergli colla peggio. Essendo che a coloro ver cui spira propizia aura di fortuna mai nulla intravvenga di sinistro eziandio quando appigliaronsi a pessimi consigli, rivolgendo questi l’Ente supremo ad ottimo termine; e son di parere che in cambio la prudenza allontanisi dallo sciagurato, la necessità di soffrire togliendogli e senno e discernimento del vero. Che se pur talvolta deliberando rottamente colga nel segno, di tratto un maligno soffio della fortuna riduce il più acconcio imprendimento
II. In questo mezzo Belisario inquieto sui destini di Roma e di tutto l’imperio, potendo in conto veruno da Ravenna sovvenire di truppe gli assediati, difettandone egli stesso, risolvé levarsi di là e trasferire il campo in quelle adiacenze per meglio provvedere da vicino ai bisognosi d’aiuto. Egli pentivasi già dell’andata da principio a Ravenna, consigliatovi da Vitalio nella persuasione di avere operato contro agl’ interessi dell’ imperatore; conciossiachè ivi rinchiuso abbandonato avea nelle mani de’ nemici la sorte della guerra. In quanto a me sembrami che il duce mal si apponesse, sovrastando allora inevitabili sinistri ai Romani : o dato ben anche più avvantaggioso il suo divisamento, noi dovremo confessare essergli stato il Nume contrario per favorire Totila ed i Gotti, e derivato quindi che i migliori accorgimenti riuscissergli colla peggio. Essendo che a coloro ver cui spira propizia aura di fortuna mai nulla intravvenga di sinistro eziandio quando appigliaronsi a pessimi consigli, rivolgendo questi l’Ente supremo ad ottimo termine; e son di parere che in cambio la prudenza allontanisi dallo sciagurato, la necessità di soffrire togliendogli e senno e discernimento del vero. Che se pur talvolta deliberando rottamente colga nel segno, di tratto un maligno soffio della fortuna riduce il più acconcio imprendimento