Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/45: differenze tra le versioni
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taglia il capo, e gli fa tante ferite quanti schiaffi ed oltraggi aveva ricevuti: gli ruba settantacinque piastre che aveva in cintura, e lascia il corpo che fu divorato da’ lupi. Il pastore lo denunziò, un suo cugino lo fece arrestare: dannato a morte, per grazia vive nell’ergastolo: intanto il fratello, uccise il pastore ed il cugino, e fu spento anch’egli da altri. Il quinto è un pugliese che era garzone di un fittaiuolo, al quale un altro contadino tolse un fondo: il fittaiuolo con questo garzone ed un altro mettesi in agguato: uccidono e rubano il contadino, e son condannati tutti e tre all’ergastolo. |
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taglia il capo, e gli fa tante ferite quanti schiaffi ed oltraggi |
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aveva ricevuti : gli ruba settantacinque piastre che aveva in |
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cintura, e lascia il corpo che fu divorato da’ lupi. Il pastore |
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lo denunziò, un suo cugino lo fece arrestare: dannato a morte, |
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per grazia vive nell’ergastolo: intanto il fratello, uccise il |
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pastore ed il cugino, e fu spento anch’egli da altri. Il quinto |
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è un pugliese che era garzone di un fittaiuolo, al quale un |
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contadino, e son condannati tutti e tre all’ergastolo. |
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Questi cinque uomini sono tra i condannati migliori e piú tranquilli, non mai li ho veduti ubbriachi, non mai rissarsi fra loro, e sono qui da assai degli anni. Quando co’ due miei amici io entrai nella cella, essi non avevano piú che farci e che offerirci, si dolevano di esser poveri e di non poterci offerire un pranzo, ciascuno di essi volle un giorno pagare il caffè per noi, ci cedettero i loro posti, e qui il posto è caro quanto la casa, fecero ogni opera per fornirci di letti, ora ci servono studiosamente. E non solo essi ma tutti quest’infelici che sono nell’ergastolo ci usarono cortesie, ci vorrebbero confortare, e ci dicono che essi sanno che noi siamo qui perché volevamo il bene di tutti, ed anche il bene de’ condannati. Con questi cinque compagni io discorro la sera: essi confessando i loro misfatti dicono con stupida rassegnazione di meritare la pena che soffrono; anzi Moscariello soggiunge che egli non paga nemmeno l’erba che ha calpestato in campagna. Ma il pugliese non sa darsi pace e dice: «Io era un povero capraio, io aveva diciannove anni, io non sapeva quello che faceva, io ubbidii al mio padrone: ora conosco che allora feci un orribile delitto, ma son vent’anni che piango, vent’anni che non ho mancato in nulla. E come? Iddio perdona, e gli uomini non perdoneranno giammai? Si fa grazia agli omicidi, e tra questi v’è chi ha ucciso il padre e la madre e non si fa grazia a chi ha rubato una volta per fame, a chi ha ucciso una volta per consiglio altrui! Io non ho grazia |
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Questi cinque uomini sono tra i condannati migliori e |
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piú tranquilli, non mai li ho veduti ubbriachi, non mai rissarsi fra loro, e sono qui da assai degli anni. Quando co’ |
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due miei amici io entrai nella cella, essi non avevano piú che |
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farci e che offerirci, si dolevano di esser poveri e di non |
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pagare il caffè per noi, ci cedettero i loro posti, e qui il |
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tutti quest’infelici che sono nell’ergastolo ci usarono cortesie, |
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noi siamo qui perché volevamo il bene di tutti, ed |
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anche il bene de’ condannati. Con questi cinque compagni io discorro la sera: essi confessando i loro misfatti |
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dicono con stupida rassegnazione di meritare la pena che soffrono; anzi Moscariello soggiunge che egli non paga nemmeno l’erba che ha calpestato in campagna. Ma il |
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pugliese non sa darsi pace e dice: «Io era un povero capraio, io aveva diciannove anni, io non sapeva quello che |
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faceva, io ubbidii al mio padrone: ora conosco che allora |
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feci un orribile delitto, ma son vent’anni che piango, vent’anni che non ho mancato in nulla. E come? Iddio perdona, |
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e gli uomini non perdoneranno giammai? Si fa grazia agli |
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omicidi, e tra questi v’è chi ha ucciso il padre e la madre* |
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e non si fa grazia a chi ha rubato una volta per fame, a chi |
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ha ucciso una volta per consiglio altrui! Io non ho grazia |