Pagina:Yambo, Ciuffettino.djvu/244: differenze tra le versioni

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Versione attuale delle 17:06, 13 giu 2021


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— Una mezza pagnottella...

— Pane non c’è n’è più...

— Allora, che cosa mi dai?

— Le posso dare... l’indirizzo di una trattoria qui accanto.

Ciuffettino si tirò il ciuffo per la gran stizza.

— Per andare alla trattoria ci vorrebbero dei soldi... e io sono un disperato di prima forza.

— Se l’illustrissimo signor Ciuffettino - continuò il servo, timidamente - si volesse contentare di qualche cosina di freddo...

Gli occhi del nostro ragazzo brillarono di gioia improvvisa.

— Ma sicuro, toh! è un’ora che te lo dico... Che cosa ci hai, di freddo?

— Un mezzo gelato di crema...

E per quel giorno il povero figliuolo si rassegnò a prendere, in luogo del pranzo e della cena, un mezzo gelato di crema, nella quale, per isbadataggine degli sguatteri, era stato messo il sale invece dello zucchero...

Ciuffettino tornò in camera sua con un diavolo per capello. Si sdraiò alla meglio su di una coperta distesa in terra, e cercò di ripigliare sonno. Ma si voltava, si rivoltava, e nulla.

— Auf! se non ci fosse la comodità di poter sempre tenere le mani alla cintola e di non dover mai leggere dei libri... si starebbe di molto male, nel regno dei Fannulloni! - sospirò, a un certo punto, il grande Ciuffettino, stringendosi il cintolino dei calzoni, per veder di restringere anche lo stomaco... vuoto.

Una vocina sottile sottile sussurrò all’orecchio del fanciullo:

— Chi non lavora, non mangia!...