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Quando si svegliò, imbruniva. Dalla finestra aperta venivano gli ultimi riflessi del giorno, e le strida delle rondini che turbinavano nel cielo. Ciuffettino si alzò, andò ad aprir l’uscio, e suonò il campanello. Ma il campanello non funzionava, perchè da cinquanta anni si erano rotti tutti i fili, e nessuno aveva avuto il tempo o la forza di accomodarli. Allora Ciuffettino si pose a urlare a squarciagola:

— Camerieri! lacchè!... servitori! sguatteri...! facchini! ohe!...

Nessuno rispondeva.

— Dormiranno - pensò il nostro eroe - Per altro, a dire la verità... questo sistema di dormir sempre sarà bello... anzi, gli è bello di certo... ma ci ha i suoi bravi difetti... Non far nulla, sta bene: ma così, è meno di nulla!

Si mosse per la reggia, girando per i corridoi e traversando le grandi sale deserte e buie come tante caverne. Finalmente trovò un servo che stava a guar-