Pagina:Gli sposi promessi III.djvu/130: differenze tra le versioni
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{{Pt|fetto|effetto}} non bastava che i fornaj avessero ricevuto un ordine preciso, non bastava che avessero molta paura, che fossero disposti a sopportare l’ultima rovina delle sostanze per |
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salvare la persona: era necessario che potessero. Ora la cosa comandata era non solo dolorosa per essi, ma diveniva di giorno in giorno più difficile; ma doveva arrivare un momento, in cui sarebbe stata impossibile. Il popolo stesso affrettava questo momento: quantunque gridasse<ref>che quel prezzo stabilito era altamen</ref> risolutamente e tenesse confusamente che quel prezzo stabilito era equo, ragionevole,<ref>[pure non] non poteva però non vedere | vedeva </ref> sentiva però anche confusamente che esso era come in guerra con tutto il resto delle cose;<ref>non poteva non sentire</ref> che era l’effetto d’una volontà<ref>indipendente</ref> e non della natura; e<ref>prev</ref> prevedeva pure confusamente che la cosa non avrebbe potuto andar così sempre, né a lungo. Approfittava quindi del momento di baldoria; assediava continuamente i forni,<ref>e</ref> come<ref>dice</ref> dice il Ripamonti, si affaccendava a carpire quel pane, che gli era dato quasi da una<ref>sorte</ref> ventura momentanea, e<ref>que</ref> la sua<ref>insistenz</ref> pressa indiscreta gareggiava con la fretta e<ref>con la</ref> col travaglio dei fornaj.<ref>Questi [forzati] costretti</ref> Così quella cieca moltitudine consumava improvvidamente in poco tempo, e sparnazzava in parte,<ref>la</ref> la scarsa e preziosa provvigione,<ref>della</ref> la quale però doveva<ref>serv</ref> servirgli per tutto l’anno. I fornaj, costretti<ref>a facchinare e a scalmanarsi</ref> ad affacchinare e a scalmanarsi per<ref>perdere</ref> discapitare, ponevano in opera tutte le arti per far perder tempo ai chieditori di pane<ref>[cercava | lo adulte¬ |
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preciso, non bastava che avessero molta paura, che fossero |
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rava quanto poteva] senza irritarsi all’estremo</ref> senza irritarli all’estremo: adulteravano il pane con tutte quelle sostanze,<ref>meno</ref> che, senza troppo<ref>apparire</ref> |
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disposti a sopportare l’ultima rovina delle sostanze per |
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salvare la persona: era necessario che potessero. Ora la |
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cosa comandata era non solo dolorosa per essi, ma diveniva |
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di giorno in giorno più difficile; ma doveva arrivare un |
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momento, in cui sarebbe stata impossibile. Il popolo stesso |
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affrettava questo momento: quantunque gridasse 1 risoluta- |
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mente e tenesse confusamente che quel prezzo stabilito era |
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equo, ragionevole,2 sentiva però anche confusamente che esso |
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era come in guerra con tutto il resto delle cose;3 che era |
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l’effetto d’una volontà 1 e non della natura; e5 prevedeva pure |
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confusamente che la cosa non avrebbe potuto andar cosi |
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sempre, né a lungo. Approfittava quindi del momento di |
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baldoria ; assediava continuamente i forni,0 come 7 dice il Ri- |
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pamonti, si affaccendava a carpire quel'pane, che gli era |
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dato quasi da una 8 ventura momentanea, e9 la sua 10 pressa |
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indiscreta gareggiava con la fretta e 11 col travaglio dei for¬ |
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naj.''-' Cosi quella cieca moltitudine consumava improvvida¬ |
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mente in poco tempo, e sparnazzava in parte,13 la scarsa e |
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preziosa provvigione,1'' la quale però doveva11 servirgli per |
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tutto l’anno. I fornaj, costretti10 ad affacchinare e a scalmanarsi |
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per17 discapitare, ponevano in opera tutte le arti per far perder |
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tempo ai chieditori di pane18 senza irritarli all’estremo: adul¬ |
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teravano il pane con tutte quelle sostanze,19 che, senza troppo20 |
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lasciarsi distinguere, ne accrescessero il peso; e intanto non |
lasciarsi distinguere, ne accrescessero il peso; e intanto non |
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rifinivano di domandare che la legge fosse abrogata |
rifinivano di domandare che la legge fosse abrogata. Ma |
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Antonio Ferrer stava immoto a tutti i richiami, come Enea |
Antonio Ferrer stava immoto a tutti i richiami, come Enea agli scongiuri di Didone.<ref>''Sottolineato'' come ecc., ''e margine, in penna:'' «lascerei questo paragone cosi intempestivo in materia cosi triste. »</ref><br> |
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agli scongiuri di Didone.21 |
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Generalmente parlando è impresa delle più ardue quella |
Generalmente parlando è impresa delle più ardue quella di smuovere un uomo da una sua ipotesi: con meno fatica<ref>rinnegherà</ref> gli si farà rinnegare l’evidenza dei fatti, perché finalmente l’evidenza l’ha trovata; ma l’ipotesi l’ha fatta egli; e l’ha |
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di smuovere un uomo da una sua ipotesi: con meno fatica22 |
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gli si farà rinnegare l’evidenza dei fatti, perché finalmente |
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l’evidenza l’ha trovata; ma l’ipotesi l’ha fatta egli; e l’ha |
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* che quel prezzo stabilito era altamen — 8 [pure non] non poteva |
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però non vedere | vedeva — 3 non poteva non sentire — 4 indipen¬ |
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dente — prev — " e — 7 dice — s sorte — 9 que — 10 insistenz — |
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11 con la — 18 Questi [forzati] costretti — 1:1 la — 14 della — 15 serv — |
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a facchinare e a scalmanarsi — 17 perdere — ls [cercava | lo adulte¬ |
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rava quanto poteva] senza irritarsi all’estremo — 19 meno — appa¬ |
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rire — 81 Sottolineato come ecc., e margine, in penna: « lascerei questo |
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paragone cosi intempestivo in materia cosi triste. » — 82 rinnegherà |