Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo I.djvu/240: differenze tra le versioni

 
(Nessuna differenza)

Versione attuale delle 13:01, 2 mag 2021


203

abrogato il loro esilio decretato da Platone. Perocchè se erano corruttori i poeti, doveano essere prima corruttori i governi; o il governo platonico era per istituzioni e per natura degli uomini meno imperfetto, ed i poeti avrebbero preso qualità dalla generosità e dalla giustizia e dall’idee tutte di quella repubblica. Se non che quella idea metafisica è più, a mio parere, una obliqua satira della specie umana. Poichè, dipingendo costumi e governi, liberi d’ogni passione, e dalla sola ragione diretti, e però impossibili non solo, ma nè alti pure ad esperimento, viene a provare che le leggi tutte devono prendere norma da’ vizi, e dalla naturale malvagità de’ mortali. E Platone stesso, perchè scriveva ad uomini greci, e non agli angioli della sua repubblica, non è forse e per l’altezza de’ concetti, e per la pittura de’ personoggi, e per la passione delle sue narrazioni, e per quell’intrinseco incantesimo del suo stile più poeta d’ogni altro scrittore, e più che non si conviene forse a filosofo? non chiama egli divini i poeti e gli stessi interpreti loro ispirati dall’alto1? Era dunque non

  1. Plato in Ione, passim. Nel quale dialogo Socrate dice: tum quod oporteat in plurimis atque bonis poetis, in Homero praecipue poetarum omnium optimo atque divinissimo assidue