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LIBRO OTTAVO

-

isa

isi:,

come che di nemico , avendo governo di Napoli che misurava i pericoli di quella impresa. Quegli diyique riferì di Gioacchino il proponimento, le speranze, gli apparecchi e le mosse, ma il governo nulla faceva in difesa , ignorando il luogo del disegnato sharco e temendo divolgare i pensieri di Gioacchino nel regno, dov'erano molti ed audaci i suoi partigiani pochi e deboli i borbonici , e già mancate le speranze che il ritorno dell' antico re avea suscitate ne' tìall'

impresa

cosi

comandato

^

consiglio amiciievole al

Carabclli

il

',

creduli ed inesperti.

Per sei di l'armata prosperamente navigò che durò tre giorni due legni l' uno

l)esta

chino, erravano nel golfo di Santa Eufemia, castro

un quinto

,

nei mari della Sicilia

,

poi la disperse tem-

,

,

de' quali tenea

altri

ed

il

due a

Gioac-

vista di Poli-

sesto a ventura,

li

pensiero dello sbarcare a Salerno impedirono i cieli a noi benigni perciocché quelle armi non assai potenti al successo né cosi deboli ,

da

bastavano a versare nel regno discordie L' animo di Gioacchino si arrestò dubbioso,

restar subito oppresse

civili

tirannide e lutto.

,

,

al Pizzo per muovere con ventotto seguaci alla conquista di un regno. XIV. Era 1' 8 d'ottobre , di festivo , e le milizie urbane stavano schierate ad esercizio nella piazza , quando giungendo Gioacchino colla bandiera levata egli ed i suoi gridarono « Viva il re Murat. » Alla voce rimasero muti i circostanti che prevedevano infausta fine alla temerità della impresa. Murat, viste le fredde accoglienze accelerò i passi verso Monteleone città grande , capo della provincia o. eh' egli sperava amica non credendola ingrata. Ma nel Pizzo un capitano Trenlacapilli ed un agente del duca dell' Infanlado , devoli ai Borboni , questi per genio e quegli per antichi ed atroci servigi uniscono in fretta aderenti e partigiani raggiungono Gioacchino

e poi disperato ed audace stabili di approdare

,

,

,

e scaricano sopra di lui archibugiate. Egli co' saluti risponde.

Crebbe per

la

si

imp'unità

arresta e l'

non

animo

a'

coli'

viU

armi, tirano

rimane ucciso il capitano Moltedo ferito il tenente Perdispongono gli altri a combattere ma Gioacchino lo vieta e col cenno e col braccio lo impedisce. Ingrossando le nemiche torme ingomberato d'esse il terreno, ma balze alpestri si chiusa la strada non offre campo che il mare frappongono eppure Gioacchino vi si precipita, ed arrivando al lido vede la sua barca veleggiare da lungo. Ad alla voce chiama Barbara (era il nome del condottiero) ma quegli l'ode e più fugge per far guadagno delle ricche sue spoglie. Ladro ed ingrato Gioacchino regnando lo aveva tratto della infamia di corsaro e benché Mal-

altri

colpi

nice

,

,

,

si

^

,

,

,

-,

,

tese

ammesso

,

,

,

nella sua

marina

e sollevato in breve spazio a capitano

di fregata, cavaliere e barone. Gioacchino, disperalo di quel soc-

corso

,

vuole tirare in mare piccolo naviglio che è sulla spiaggia

,