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volontarii vicendevoli colpi si uccisero; si abborrono i nomi de’ fortunati disertori di quella battaglia. Oramai la milizia (e ne siano rese grazie alla civiltà del secolo) se mercato di sangue e di servitù, è tenuta a vergogna; ma se strumento di nazionale difesa e grandezza, è virtù e decoro.
volontarii vicendevoli colpi si uccisero; si abborrono i nomi de’ fortunati disertori di quella battaglia. Oramai la milizia (e ne siano rese grazie alla civiltà del secolo) se mercato di sangue e di servitù, è tenuta a vergogna; ma se strumento di nazionale difesa e grandezza, è virtù e decoro.


Alle prime intimazioni dell’araldo cederono i comandanti di Pescara e di Ancona benchè avessero numerose squadre, armi soperchie, vettovaglie abbandanti. Fu ignoranza e timore; avvegnacchè nati soggetti del re Borbone, riputavano colpa dissobbedire al suo cenno, temevano il noto sdegno e la superma. Ancona restò presidiata dalle armi tedesche, poi resa al papa. Pescara fu smantellata, aperte per forza di mina diciassette brecee nei baloardi, oltraggio a re amico, sospetto di novelle guerre, e provvedimento per futura conquista. Lo stesso araldo ed i mali esempii non turbando la costanza del general Begani che comandava in Gaeta, durò l’assedio, ma lento. Dopo la battaglia di Vaterloo e la prigionia di Bonaparte, la bandiera de’ tre colori (testè sì altiera) sventolava, solitaria nel mondo, sopra i nudi sassi di Torre Orlando, bizzarria di fortuna e celebrità per quella rocca, sgomento e pericolo per Begani. Egli allora diè la fortezza, ma del lento ubbidire fu punito dal re, premiato dalla fama.
Alle prime intimazioni dell’araldo cederono i comandanti di Pescara e di Ancona benchè avessero numerose squadre, armi soperchie, vettovaglie abbandanti. Fu ignoranza e timore; avvegnacchè nati soggetti del re Borbone, riputavano colpa dissobbedire al suo cenno, temevano il noto sdegno e la superbia. Ancona restò presidiata dalle armi tedesche, poi resa al papa. Pescara fu smantellata, aperte per forza di mina diciassette brecee nei baloardi, oltraggio a re amico, sospetto di novelle guerre, e provvedimento per futura conquista. Lo stesso araldo ed i mali esempii non turbando la costanza del general Begani che comandava in Gaeta, durò l’assedio, ma lento. Dopo la battaglia di Vaterloo e la prigionia di Bonaparte, la bandiera de’ tre colori (testè sì altiera) sventolava, solitaria nel mondo, sopra i nudi sassi di Torre Orlando, bizzarria di fortuna e celebrità per quella rocca, sgomento e pericolo per Begani. Egli allora diè la fortezza, ma del lento ubbidire fu punito dal re, premiato dalla fama.


Chi disse ingiusta la pena, chi giusta, delle quali sentenze riferirò i concetti. Essere perduta l’Italia da’ Francesi e ’l regno da Gioacchino, la Francia assalita, l’Europa collegata co’ Borboni di Napoli, distrutta la importanza di Gaeta, impossibile ogni soccorso, la difesa inutile anzi colpevole delle morti e dei danni; Ferdinando legittimo re, per le armi disceso e dalle armi ricondotto sul trono, rinvigorite le sue ragioni, la sospensione di regno cessata; il generate Begani nato suddito di lui, ora suddito nuovamente, e se nemico, ribelle. Così gli uni.
Chi disse ingiusta la pena, chi giusta, delle quali sentenze riferirò i concetti. Essere perduta l’Italia da’ Francesi e ’l regno da Gioacchino, la Francia assalita, l’Europa collegata co’ Borboni di Napoli, distrutta la importanza di Gaeta, impossibile ogni soccorso, la difesa inutile anzi colpevole delle morti e dei danni; Ferdinando legittimo re, per le armi disceso e dalle armi ricondotto sul trono, rinvigorite le sue ragioni, la sospensione di regno cessata; il generate Begani nato suddito di lui, ora suddito nuovamente, e se nemico, ribelle. Così gli uni.