Pagina:Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825 II.pdf/168: differenze tra le versioni

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gradi, onori e pensioni i militari che, giurata fedeltà a Ferdinando IV, passassero volontarii a suoi stipendii.
LIBRO SETTIMO


Qui finiva il trattato, ma il Tedesco vi aggiunse che il re Ferdinando concedeva perdono ad ogni opera politica de’ passati tempi, comunque fatta a pro de’ nemici , o contro i Borboni; e che, obliate le trascorse vicende, ogni Napoletano aspirar potesse agli offizii civili o militari del regno. Le quali cose i negoziatori napoletani non ricercavano per non trasformare in concessione e favore i titoli della giustizia, e dare sospetto ch’ei credessero colpa ne’ soggetti l’aver servito a governo necessario, riconosciuto, e per diritto pubblico di quei tempi legittimo.
IC4


«L’imperatore d’Austria (stava scritto) avvalorava il trattato con la sua formale garanzia.» Il qual nuovo pegno di fede si bramava da’ Napoletani, essendo ancor viva e dolorosa la memoria de’ mancati giuramenti del 99.
gradi, onori e pensioni


C. Nella sera dello stesso giorno, dopo che il re ebbe contezza del trattato, partì sconosciuto verso Pozzuoli; e di là, sopra piccola nave passò ad Ischia, ove rimase un giorno venerato da re; ed il dì 22 sopra legno più grande con poco seguito di cortigiani e di servi, senza pompa, senza lusso, senza le stesse comodità della vita, sì parti per Francia, Ed intanto fatte note in Napoli, le concordie di Casalanza, la città mandò ambasciatori al principe Borbone, ch’era in Teano, precursore dell’allegrezza ed obbedienza publica; il qual atto, benchè segreto, fu a caso rivelato alla regina Murat, che stava ancora nella reggia, reggente del regno. In Capua, all’uscire della prima legione napoletana per dar comode stanze al Tedesco, la plebe non vedendo soldati che alle porte, si alzò a tumulto, ruppe le prigioni, e prorompeva in peggiori disordini se da pochi generali ed uffiziali non fosse stata repressa. La stessa prima legione, sino a quel punto, disciplinata e ubbidiente, fuori appena della fortezza, sorda agl’inviti ed alle minacce de’ capi, per molte vie si disperse.
i


In Napoli la plebaglia sotto pretesto di allegrezza tumultuava, e sebbene la guardia di sicurezza trattenesse que’ primi moti, chiaro appariva che in breve non basterebbe. Cosicchè la regina pregando per lettere l’ammiraglio inglese a spedire in città qualche schiera a sostegno degli ordini civili, n’ebbe trecento Inglesi, per li quali sbigottirono i tumultuanti, tornò la quiete. Ed ella in quel mezzo imbarcò sopra vascello inglese con alcuni della sua corte; e tre già ministri, Agar, Zurlo, Macdonald, e pochi altri personaggi, che, non confidando nelle promesse di Casalanza, fuggivanono la temuta vendetta de’ Borboni.
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Non più re, non reggente, non reggenza, la plebe accresciuta de’ fuggitivi di Capua, che, sperando prede, arrivavano a torme nella
1815.

militari che, giurata fedeltà a

Ferdinando IV,

passassero volontarii a suoi stipendii.

Qui finiva il trattato ma il Tedesco vi aggiunse che il re Ferdinando concedeva perdono ad ogni opera politica de' passati tempi,
,

comunque

fatta a

le trascorse

prò de' nemici , o contro i Borboni ^ e che obliate
ogni Napoletano aspirar potesse agli offizii
,
,

vicende

o 'militari del regno. Le quali cose i negoziatori napoletani
non ricercavano per non trasformare in concessione e favore i titoli
civili

della giustizia, e dare sospetto ch'ei credessero colpa ne' soggetti

r aver servito a governo necessario

riconosciuto

,

,

e per diritto

pub-

blico di quei tempi legittimo.
«

L'imperatore d'Austria (stava

scritto)

« la sua formale garanzia. « Il qual

da' Napoletani
cati

essendo ancor viva e dolorosa

,

di fede si

con
bramava

memoria

de'

avvalorava

nuovo pegno
la

il

trattato

man-

giuramenti del 99.

C. Nella sera dello stesso giorno,

dopo che

re ebbe contezza del

il

sopra piccola
,
;
,
nave passò ad Ischia ove rimase un giorno venerato da re ; ed il
dì 22 sopra legno più grande con poco seguito di cortigiani e di
servi , senza pompa , senza lusso , senza le stesse comodità della
vita , si partì per Francia. Ed intanto fatte note in Napoli , le conpartì sconosciuto verso Pozzuoli

trattato

e di là

,

mandò

principe Bored obbedienza
pubblica il qual atto , benché segreto, fu a caso rivelalo alla regina
reggente del regno. In
Murat che stava ancora nella reggia
Capua all' uscire della prima legione napoletana per dar comode
stanze al Tedesco , la plebe non vedendo soldati che alle porte , si
cordie di Casalanza

bone

eh' era in

,

la città

,

Teano

ambasciatori

precursore

,

al

dell' allegrezza

-,

,

,

,

alzò a tumulto

,

ruppe

le

prorompeva in peggiori disornon fosse stata repressa. La
quel punto disciplinata e ubbidiente
sorda agi' inviti ed alle minacce de'

prigioni

,

e

dini se da pochi generali ed ulTiziali
stessa

fuori

prima legione sino a
appena della fortezza

,

,

,

,

per molte vie si disperse.
,
In Napoli la plebaglia sotto pretesto di allegrezza tumultuava , e
sebbene la guardia di sicurezza trattenesse quo' primi moti , chiaro

capi

appariva che in breve non basterebbe. Cosicché la regina pregando
per lettere l' ammiraglio inglese a spedire in città qualche schiera a
sostegno degli ordini civili, n'ebbe trecento Inglesi, per
sbigottirono

i

tumultuanti

,

tornò

la quiete.

Ed

ella in

li

quali

quel mezzo

imbarcò sopra vascello inglese con alcuni della sua corte e tre già
ministri, Agar, Zurlo, Macdonald, e pochi altri personaggi, che,
non confidando nelle promesse di Casalanza fuggivano la temuta
;

,

vendetta de' Borboni.

Non

più re, non reggente, non reggenza,

de' fuggitivi di

la

plebe accresciuta

Capua, che, sperando prede, arrivavano

a

torme

nella