Pagina:Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825 II.pdf/168: differenze tra le versioni

Utoutouto (discussione | contributi)
(Nessuna differenza)

Versione delle 14:01, 17 apr 2021

LIBRO SETTIMO

IC4

gradi, onori e pensioni

i

-

1815.

militari che, giurata fedeltà a

Ferdinando IV,

passassero volontarii a suoi stipendii.

Qui finiva il trattato ma il Tedesco vi aggiunse che il re Ferdinando concedeva perdono ad ogni opera politica de' passati tempi, ,

comunque

fatta a

le trascorse

prò de' nemici , o contro i Borboni ^ e che obliate ogni Napoletano aspirar potesse agli offizii , ,

vicende

o 'militari del regno. Le quali cose i negoziatori napoletani non ricercavano per non trasformare in concessione e favore i titoli civili

della giustizia, e dare sospetto ch'ei credessero colpa ne' soggetti

r aver servito a governo necessario

riconosciuto

,

,

e per diritto

pub-

blico di quei tempi legittimo. «

L'imperatore d'Austria (stava

scritto)

« la sua formale garanzia. « Il qual

da' Napoletani cati

essendo ancor viva e dolorosa

,

di fede si

con bramava

memoria

de'

avvalorava

nuovo pegno la

il

trattato

man-

giuramenti del 99.

C. Nella sera dello stesso giorno,

dopo che

re ebbe contezza del

il

sopra piccola ,

, nave passò ad Ischia ove rimase un giorno venerato da re ; ed il dì 22 sopra legno più grande con poco seguito di cortigiani e di servi , senza pompa , senza lusso , senza le stesse comodità della vita , si partì per Francia. Ed intanto fatte note in Napoli , le conpartì sconosciuto verso Pozzuoli

trattato

e di là

,

mandò

principe Bored obbedienza pubblica il qual atto , benché segreto, fu a caso rivelalo alla regina reggente del regno. In Murat che stava ancora nella reggia Capua all' uscire della prima legione napoletana per dar comode stanze al Tedesco , la plebe non vedendo soldati che alle porte , si cordie di Casalanza

bone

eh' era in

,

la città

,

Teano

ambasciatori

precursore

,

al

dell' allegrezza

-,

,

,

,

alzò a tumulto

,

ruppe

le

prorompeva in peggiori disornon fosse stata repressa. La quel punto disciplinata e ubbidiente sorda agi' inviti ed alle minacce de'

prigioni

,

e

dini se da pochi generali ed ulTiziali stessa

fuori

prima legione sino a appena della fortezza

,

,

,

,

per molte vie si disperse. , In Napoli la plebaglia sotto pretesto di allegrezza tumultuava , e sebbene la guardia di sicurezza trattenesse quo' primi moti , chiaro

capi

appariva che in breve non basterebbe. Cosicché la regina pregando per lettere l' ammiraglio inglese a spedire in città qualche schiera a sostegno degli ordini civili, n'ebbe trecento Inglesi, per sbigottirono

i

tumultuanti

,

tornò

la quiete.

Ed

ella in

li

quali

quel mezzo

imbarcò sopra vascello inglese con alcuni della sua corte e tre già ministri, Agar, Zurlo, Macdonald, e pochi altri personaggi, che, non confidando nelle promesse di Casalanza fuggivano la temuta

,

vendetta de' Borboni.

Non

più re, non reggente, non reggenza,

de' fuggitivi di

la

plebe accresciuta

Capua, che, sperando prede, arrivavano

a

torme

nella