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attribuisce alla penna del dott. Giusti il perverso componimento sull’Incoronazione, ed esprime la fiducia che saranno qui adottate le misure le più efficaci onde impedire l’apparizione della nuova satira, che ora mediterebbe contro la dinastia austriaca, che è pure quella del di lui sovrano.

„In tale occasione rappresenta,il Governo medesimo essere a sua notizia che il tipografo Virgilio Vignozzi di Livorno (conosciuto svantaggiosamente sotto i rapporti politici) avrebbe passato un contratto con un commesso viaggiatore nominato Pietro Rolandi, col quale impegnavasi a somministrare al detto Rolandi tutte le poesie del dott. Giusti (che si dice essere molte e quasi tutte satiriche pei Governi monarchici) per essere stampate a Londra in un sol volume e diramate poi clandestinamente nelle città della penisola.

„Incaricato di portare questi fatti a cognizione di V. S. Ill.ma ed eccitare il distinto di Lei zelo a verificare e provvedere convenientemente, mentre adempio a questo dovere, rimango in attenzione di ricevere a suo tempo una replica, che possa servire di norma a quella da darsi all’I. e R. Governo di Lombardia.„

Come si vede, era l’I. e R. Governo Cesareo che si incaricava di fare la Polizia in Toscana, visto che quello di S. A. il Granduca dormiva della grossa. Nè le informazioni da esso ricevute potevano dirsi del tutto infondate, specie riguardo alle pratiche, che si dicevano in corso, di dar fuori una edizione delle poesie, tenuto presente che «in d’allora si tentava realmente di stamparle alla macchia: la qualcosa, difatti, avvenne l’anno seguente colla edizione clandestina delle Poesie Italiane tratte da una stampa a penna.

Il Bologna, che gli atti stessi dell’Archivio Segreto mostrano come conoscesse perfettamente il Giusti e le sue poesie, nè ignorasse come il Rolandi fosse un affiliato della Giovine Italia ed a Londra vivesse in dimestichezza col Mazzini, del quale stampava gli scritti1, il Bologna, diciamo,

  1. Nel V vol. dell’Epistolario di Gino Capponi si legge una lettera colla quale quest’ultimo porgeva al Rolandi le sue congratulazioni per la stampa del Commento d’Ugo Foscolo alla Divina Commedia, e lo pregava di fare i suoi saluti al Mazzini. La lettera è del 1 febbraio 1841.