Pagina:Speraz - Emma Walder.pdf/31: differenze tra le versioni
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Come tante volte, ella faceva grandi sforzi d’immaginazione per rappresentarsi le figure di coloro che alla sua memoria si riaffacciavano solamente quali ombre incerte e sbiadite. |
Come tante volte, ella faceva grandi sforzi d’immaginazione per rappresentarsi le figure di coloro che alla sua memoria si riaffacciavano solamente quali ombre incerte e sbiadite. |
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— Babbo mio, mamma mia, veri, dove siete? Perchè mi avete abbandonata? — gemeva la povera anima avida di tenerezza. — Vorrei essere con voi, patire la fame e il freddo, ma essere con voi! |
— Babbo mio, mamma mia, ''veri'', dove siete? Perchè mi avete abbandonata? — gemeva la povera anima avida di tenerezza. — Vorrei essere con voi, patire la fame e il freddo, ma essere con voi! |
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Anche l’Annetta si smarriva in dolci e dolorose rievocazioni. La testa china, il viso nascosto nelle mani larghe e paffute, ella ritornava al colloquio con Paolo Brussieri. Risentiva le smanie pungenti, le dolci speranze, i tormentosi dubbi. E a poco a poco le speranze languivano, i dubbi trionfavano e il cuore stanco ricadeva nello sconforto; presentiva l’amara delusione cui andava incontro. No, egli non l’amava! Non l’avrebbe mai più amata... ed ella sarebbe morta o impazzita... se non trovava in se stessa la volontà e la forza di guarire. |
Anche l’Annetta si smarriva in dolci e dolorose rievocazioni. La testa china, il viso nascosto nelle mani larghe e paffute, ella ritornava al colloquio con Paolo Brussieri. Risentiva le smanie pungenti, le dolci speranze, i tormentosi dubbi. E a poco a poco le speranze languivano, i dubbi trionfavano e il cuore stanco ricadeva nello sconforto; presentiva l’amara delusione cui andava incontro. No, egli non l’amava! Non l’avrebbe mai più amata... ed ella sarebbe morta o impazzita... se non trovava in se stessa la volontà e la forza di guarire. |