Pagina:Alighieri, Dante – La Divina Commedia, 1933 – BEIC 1730903.djvu/352: differenze tra le versioni

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Fulgiemi giá in fronte la corona
Fulgíemi giá in fronte la corona
di quella terra che ’l Danubio riga
di quella terra che ’l Danubio riga
{{R|66}}poi che le ripe tedesche abbandona;
{{R|66}}poi che le ripe tedesche abbandona;
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se mala signoria, che sempre accora
se mala signoria, che sempre accora
li popoli suggetti, non avesse
li popoli suggetti, non avesse
{{R|75}}mosso Palermo a gridar: ’Mora, mora! .
{{R|75}}mosso Palermo a gridar: ’Mora, mora!'.
E se mio frate questo antivedesse,
E se mio frate questo antivedesse,
l’avara povertá di Catalogna
l’avara povertá di Catalogna
{{R|78}}giá fuggirla, perché non li offendesse:
{{R|78}}giá fuggirla, perché non li offendesse:
ché veramente proveder bisogna
ché veramente proveder bisogna
per lui, o per altrui, si ch’a sua barca
per lui, o per altrui, ch’a sua barca
{{R|81}}carcata piú di carco non si pogna.
{{R|81}}carcata piú di carco non si pogna.
La sua natura, che di larga parca
La sua natura, che di larga parca
discese, avria mestier di tal milizia
discese, avria mestier di tal milizia
{{R|84}}che non curasse di mettere in arca».
{{R|84}}che non curasse di mettere in arca».
«Però ch’i’credo che l’alta letizia
«Però ch’i’ credo che l’alta letizia
che ’l tuo parlar m’infonde, signor mio,
che ’l tuo parlar m’infonde, signor mio,
{{R|87}}lá ’ve ogni ben si termina e s’inizia,
{{R|87}}lá ’ve ogni ben si termina e s’inizia,
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Fatto m’hai lieto, e cosí mi fa chiaro,
Fatto m’hai lieto, e cosí mi fa chiaro,
poi che parlando a dubitar m’hai mosso
poi che parlando a dubitar m’hai mosso
{{R|93}}coni’esser può di dolce seme amaro».
{{R|93}}com’esser può di dolce seme amaro».
Questo io a lui; ed elli a me: «S’io posso
Questo io a lui; ed elli a me: «S’io posso
mostrarti un vero, a quel che tu dimandi
mostrarti un vero, a quel che tu dimandi