Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/367: differenze tra le versioni

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seppe sì felicemente coltivare le scienze, fu buon poeta; e un poema fatto nel suo viaggio da Roma in Ispagna, e una sua tragedia in età giovanile composta rammenta {{AutoreCitato|Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio}} (''in Jul. c''. 56). Ma di questo grand’uomo avremo poscia a parlare più lungamente. Un Cornificio poeta, e una sua sorella di cui si dice leggersi tutt’ora ''insigni epigrammi'', si mentova nella Cronaca Eusebiana (''ad Olymp.'' 184, ''an.'' {{Sc|ii}}). Di Cassio Parmigiano parla con somma lode Orazio (''l''. {{Sc|i}}, ''ep.'' 4); e l’antico comentatore di questo poeta ne loda assai le Elegie e gli Epigrammi, e aggiugne che per ordin d’Augusto fu ucciso da Q. Varo, il quale trovato avendolo immerso ne’ suoi poetici studi, poichè l’ebbe ucciso, seco ne portò lo scrigno co’ libri; onde correva voce che la tragedia intitolata ''Tieste'', che dicevasi composta da Varo, fosse veramente opera del Parmigiano Cassio. Questi è stato confuso dal Vossio con un altro Cassio di cui pure ragiona Orazio (''l''. {{Sc|i}}, ''sat.'' 10), poeta esso pure, ma celebre solo per la quantità prodigiosa di versi ch’ei componeva, e di cui dice esser comune opinione che fosse arso insiem con tutti i suoi versi. Questi è da lui detto Etrusco; e quindi parmi strano che il Vossio, il quale pure amendue i passi di Orazio e quello dell’antico comentatore al medesimo tempo ha recati, non abbia poi posto mente alla diversa patria che loro assegna, e alle diverse cose che di lor narra. Di questi e di altri Cassii si può vedere ciò che diffusamente disputa il {{AutoreCitato|Pierre Bayle|Bayle}} (''Diction. art.'' “''Cassius''„), e ciò che più brevemente insieme e
PARTE TERZA
seppe sì felicemente coltivare le scienze, fu
buon poeta; e un poema fatto nel suo viaggio
da Roma in Ispagna, e una sua tragedia in
età giovanile composta rammenta Svetonio (in
Jul. c. 56). Ma di questo grand’uomo avremo
poscia a parlare più lungamente. Un C irnificio
poeta, e una sua sorella di cui si dice leggersi
tuli ora insigni epigrammi. si mentova nella
Cronaca Eusebiana (ad Olymp. 184, un. ri).
l)i Cassio Parmigiano parla con somma lode
Orazio (l. 1.ep. 4)j e l’antico comentatore di
questo poeta ne loda assai le Elegie e gli Epigrammi, e aggiugne che per ordin d’Augusto
fu ucciso da Q. Varo, il quale trovato avendolo immerso ne’ suoi poetici studi, poichè
l’ebbe ucciso, seco ne portò lo scrigno co’ libri; onde correva voce che la tragedia intitolata Tieste, che dicevasi composta da Varo,
fosse veramente opera del Parmigiano Cassio.
Questi è stato confuso dal Vossio con un altro
Cassio di cui pure ragiona Orazio (l. 1 ,sat 10),
poeta esso pure, ma celebre solo per la quantità prodigiosa di versi ch’ei componeva, e di
cui dice esser comune opinione che fosse arso
insiem con tutti i suoi versi. Questi è da lui
detto Etrusco; e quindi parmi strano che il
Vossio, il quale pure amendue i passi di Orazio e quello dell’antico comentatore al medesimo tempo ha recati, non abbia poi posto
mente alla diversa patria che loro assegna, e
alle diverse cose che di lor narra. Di questi e
di altri Cassii si può vedere ciò che diffusamente disputa il Bayle (Dition. art. « Cassila »), e ciò che più brevemente insieme e