Pagina:Campana - Il più lungo giorno, manoscritto, 1913.djvu/19: differenze tra le versioni

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La seguii dunque come si segue un sogno che più si ama quanto è vano - Così ad un tratto eravamo divenuti stranieri dopo lo strepito della festa avanti al panorama scheletrico del mondo -
La seguii dunque come si segue un sogno che più si ama quanto è vano - Così ad un tratto eravamo divenuti stranieri dopo lo strepito della festa avanti al panorama scheletrico del mondo -



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Ripartivo come nelle mie passeggiate notturne solitario per l'ombra dei portici stillanti nella nebbia goccie e goccie di luce sanguigna - nebbia dicembre - La porta si era aperta a un tratto ad uno sfarzo di luce - Davanti a me sedeva una matrona da le mammelle enormi: gli occhi bruni e vivaci posava nello sfarzo di un'ottomana rossa poggiato
Ripartivo come nelle mie passeggiate notturne solitario per l'ombra dei portici stillanti nella nebbia goccie e goccie di luce sanguigna - nebbia dicembre - La porta si era aperta a un tratto ad uno sfarzo di luce - Davanti a me sedeva una matrona da le mammelle enormi: gli occhi bruni e vivaci posava nello sfarzo di un'ottomana rossa poggiato