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660Testimone gli fosse innanzi a Dio.
Ma Kàveh, appena il lesse, a quo’ vegliardi
Si volse in gran disdegno, e, Voi, sclamava,
Seguaci abietti d’un impuro Devo.
Timor di Dio dal vostro cor perverso
665Cancellaste così? Tutti io vi scorgo
Precipitar d’inferno all’ime chiostre
Così oprando, voi sì, chè ai detti suoi
Fidaste il core. Ma non io su questo
Foglio dinanzi a Dio sarò per lui
670Testimone giammai. Nessun pensiero
Di tal re forsennato il cor mi tocca.
     Balzò dal loco suo, tremante, ansante,
In alte grida di furor; quel foglio
Lacerò quindi e calpestò sul suolo.
675E col diletto figlio suo che innanzi
Gli andava, uscì dalla regal dimora,
Gridando scese nella via. Ma i prenci
Fecer plauso a Dahàk. Di nostra terra
Inclito re, dicean sommessi, al giorno
680Della pugna, fatal, deh! mai non venga
Dalle plaghe del ciel procella avversa
A colpirti la fronte. Oh! perchè mai
Nella presenza tua, quasi un eguale,
Entrar potrà costui, Kàveh ciarliero,
685Acceso il volto? Il foglio che noi tutti
Legava a te, signor, dal tuo comando
Sè disciogliendo, ei lacerò. Partissi
Pien di corruccio il cor, sì che diresti
Che un patto con Fredùn già il lega e stringe.
690Ma noi cosa peggior mai non vedemmo,
E nostr’alma si perde in ciò confusa.
     Stupenda cosa udrete voi, rispose
L’indclio re. Poi disse a que’ vegliardi:
Or sì temo davver che si converta
695In tenebre d’orror quest’alma luce