Pagina:Iliade (Romagnoli) I.djvu/171: differenze tra le versioni

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con l’asolare dei venti sepàra dai chicchi la loppa,
con l’asolare dei venti sepàra dai chicchi la loppa,
e ne biancheggiano i mucchi: cosí bianchi apparvero allora
{{R|500}}e ne biancheggiano i mucchi: cosí bianchi apparvero allora
tutti di polvere aspersi gli Achei, che di mezzo alle schiere
tutti di polvere aspersi gli Achei, che di mezzo alle schiere
su fino al bronzeo cielo spingevano i pie’ dei cavalli,
su fino al bronzeo cielo spingevano i pie’ dei cavalli,
misti di nuovo, perché rivolti li avevan gli aurighi.
misti di nuovo, perché rivolti li avevan gli aurighi.
E l’uno contro l’altro le mani avventarono; e Marte
E l’uno contro l’altro le mani avventarono; e Marte
di notte avviluppò, dei Troiani in soccorso, la zuffa;
{{R|505}}di notte avviluppò, dei Troiani in soccorso, la zuffa;
e si lanciava qua e là, ponendo i comandi in effetto
e si lanciava qua e là, ponendo i comandi in effetto
d’Apollo Febo, Dio dall’aurea spada, che spinto
d’Apollo Febo, Dio dall’aurea spada, che spinto
l’aveva ad eccitare l’ardor dei Troiani, quand’egli
l’aveva ad eccitare l’ardor dei Troiani, quand’egli
vide partire Atena, che aiuto recava agli Achivi.
vide partire Atena, che aiuto recava agli Achivi.
E spinse fuori Enea dagli anfratti del ricco suo tempio,
{{R|510}}E spinse fuori Enea dagli anfratti del ricco suo tempio,
furia di guerra in seno spirando al pastore di genti.
furia di guerra in seno spirando al pastore di genti.
Fra i suoi compagni Enea si pose. E gioirono quelli,
Fra i suoi compagni Enea si pose. E gioirono quelli,
quando appressarsi, vivo tuttora, lo videro, immune,
quando appressarsi, vivo tuttora, lo videro, immune,
pieno di nobile ardore. Nessuno gli volse domanda:
pieno di nobile ardore. Nessuno gli volse domanda:
noi consentiva ben altro travaglio, da Febo eccitato,
{{R|515}}noi consentiva ben altro travaglio, da Febo eccitato,
dall’omicida Marte, da Rissa che mai non si placa.
dall’omicida Marte, da Rissa che mai non si placa.
E Ulisse, e Dïomede Tidíde, ed entrambi gli Aiaci,
E Ulisse, e Dïomede Tidíde, ed entrambi gli Aiaci,
spingevano alla zuffa gli Achivi. Ma già da sé stessi,
spingevano alla zuffa gli Achivi. Ma già da sé stessi,
nulla temean dei Troiani la forza, le grida: anzi, fermi
nulla temean dei Troiani la forza, le grida: anzi, fermi
stavano, pari alle nubi che suole addensare il Croníde
{{R|520}}stavano, pari alle nubi che suole addensare il Croníde
quando non spirano i venti, sovresse le cime dei monti:
quando non spirano i venti, sovresse le cime dei monti:
immote, sin che dorme la furia di Bora e degli altri
immote, sin che dorme la furia di Bora e degli altri
impetuosi venti, che soglion le nuvole ombrose
impetuosi venti, che soglion le nuvole ombrose
sperdere, quando mai scatenan gli striduli soffi.
sperdere, quando mai scatenan gli striduli soffi.
Saldi cosí, gli Achei dei Troiani attendevano l’urto.
{{R|525}}Saldi cosí, gli Achei dei Troiani attendevano l’urto.
E fra le schiere moveva, con mòniti molti, l’Atríde:
E fra le schiere moveva, con mòniti molti, l’Atríde:
«Uomini siate, amici, vi regga l’indomito cuore,
«Uomini siate, amici, vi regga l’indomito cuore,