Pagina:Iliade (Romagnoli) I.djvu/167: differenze tra le versioni
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
<poem> |
<poem> |
||
«Tollera, figlia mia, se pure ti crucci, sopporta: |
{{R|380}}«Tollera, figlia mia, se pure ti crucci, sopporta: |
||
molti di noi, d’Olimpo signori, perché di tormenti |
molti di noi, d’Olimpo signori, perché di tormenti |
||
ci strazïamo l’un l’altro, dovemmo |
ci strazïamo l’un l’altro, dovemmo soffrir dai mortali. |
||
Marte soffrí, quando Oto gagliardo, e il gagliardo Efïalte |
Marte soffrí, quando Oto gagliardo, e il gagliardo Efïalte |
||
figli d’Alèo, di ceppi lo avvinsero saldi, e legato |
figli d’Alèo, di ceppi lo avvinsero saldi, e legato |
||
rimase dentro un orcio di rame per tredici mesi. |
{{R|385}}rimase dentro un orcio di rame per tredici mesi. |
||
E qui Marte mai sazio di guerre sarebbe perito, |
E qui Marte mai sazio di guerre sarebbe perito, |
||
se la matrigna loro, la bella Eribèa, non ne dava |
se la matrigna loro, la bella Eribèa, non ne dava |
||
l’annuncio a Ermète: questi potè trafugare il prigione |
l’annuncio a Ermète: questi potè trafugare il prigione |
||
già macerato: ché strazio gli dava la dura catena. |
già macerato: ché strazio gli dava la dura catena. |
||
Era soffrí, quando il figlio fortissimo d’Anfitrïone |
{{R|390}}Era soffrí, quando il figlio fortissimo d’Anfitrïone |
||
al manco seno lei colpí con un dardo a tre punte, |
al manco seno lei colpí con un dardo a tre punte, |
||
ed ella ne patí dolori insoffribili. E Ade, |
ed ella ne patí dolori insoffribili. E Ade, |
||
l’orrendo mostro, anch’egli soffrí per un dardo veloce, |
l’orrendo mostro, anch’egli soffrí per un dardo veloce, |
||
quando lo stesso eroe di Giove figliuol, su le soglie |
quando lo stesso eroe di Giove figliuol, su le soglie |
||
dei morti lo colpí, lo lasciò fra cocenti dolori. |
{{R|395}}dei morti lo colpí, lo lasciò fra cocenti dolori. |
||
Esso alla casa andò di Giove, alla cima d Olimpo, |
Esso alla casa andò di Giove, alla cima d Olimpo, |
||
crucciato il cuor, trafitto da fieri tormenti: ché il dardo |
crucciato il cuor, trafitto da fieri tormenti: ché il dardo |
||
gli |
gli strazïava l’alma, confitto nell’omero saldo. |
||
Peone qui, spalmando la piaga di farmachi leni, |
Peone qui, spalmando la piaga di farmachi leni, |
||
lo risanò: ché nato non era di stirpe mortale. |
{{R|400}}lo risanò: ché nato non era di stirpe mortale. |
||
Malvagio, sciagurato, che male operar gli piaceva, |
Malvagio, sciagurato, che male operar gli piaceva, |
||
che coi suoi dardi i Numi signori d’Olimpo angosciava. |
che coi suoi dardi i Numi signori d’Olimpo angosciava. |
||
Ed ora contro te l’occhicerula Atena ha lanciato |
Ed ora contro te l’occhicerula Atena ha lanciato |
||
costui! Stolto! E non sa, non vede il figliuol di Tidèo, |
costui! Stolto! E non sa, non vede il figliuol di Tidèo, |
||
che lunga vita non gode chi lotta coi Numi immortali, |
{{R|405}}che lunga vita non gode chi lotta coi Numi immortali, |
||
né su le sue ginocchia gli dicono babbo i suoi figli, |
né su le sue ginocchia gli dicono babbo i suoi figli, |
||
allor ch’ei dalla guerra ritorna e dall’orrida pugna. |
allor ch’ei dalla guerra ritorna e dall’orrida pugna. |