Pagina:Iliade (Romagnoli) I.djvu/163: differenze tra le versioni

 
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la gloria a noi concede ch’entrambi io li uccida, tu lascia
{{R|260}}la gloria a noi concede ch’entrambi io li uccida, tu lascia
questi cavalli qui, le redini al carro assicura;
questi cavalli qui, le redini al carro assicura;
e sui cavalli d’Enea avvèntati, e via dai Troiani
e sui cavalli d’Enea avvèntati, e via dai Troiani
spingili a forza, verso gli Achivi. Ricordalo bene:
spingili a forza, verso gli Achivi. Ricordalo bene:
ché son di quella razza che Giove in compenso al re Tròo
ché son di quella razza che Giove in compenso al re Tròo
diede pel figlio suo Ganimede. Pertanto, i migliori
{{R|265}}diede pel figlio suo Ganimede. Pertanto, i migliori
sono, fra quanti cavalli contemplano il Sole e l’Aurora:
sono, fra quanti cavalli contemplano il Sole e l’Aurora:
Di questi, Anchise re la razza furò: di nascosto
Di questi, Anchise re la razza furò: di nascosto
ei sottopose le proprie puledre ai corsieri divini;
ei sottopose le proprie puledre ai corsieri divini;
da quelle, sei cavalli gli nacquero nella sua reggia.
da quelle, sei cavalli gli nacquero nella sua reggia.
Quattro li tenne per sé, li nutriva egli stesso alla greppia,
{{R|270}}Quattro li tenne per sé, li nutriva egli stesso alla greppia,
due ne diede ad Enea, maestro dell’orrida guerra.
due ne diede ad Enea, maestro dell’orrida guerra.
Se noi li prenderemo, sarà gloria insigne la nostra».
Se noi li prenderemo, sarà gloria insigne la nostra».
L’uno con l’altro, cosí scambiavano queste parole.
L’uno con l’altro, cosí scambiavano queste parole.
E presto giunser gli altri, spingendo i cavalli, a lor presso;
E presto giunser gli altri, spingendo i cavalli, a lor presso;
e primo favellò di Licàone il fulgido figlio:
{{R|275}}e primo favellò di Licàone il fulgido figlio:
«Animo forte, cuore gagliardo, mirabil Tidíde,
«Animo forte, cuore gagliardo, mirabil Tidíde,
il dardo mio, l’amara saetta, non valse a prostrarti:
il dardo mio, l’amara saetta, non valse a prostrarti:
adesso proverò con la lancia, se meglio io ti colgo».
adesso proverò con la lancia, se meglio io ti colgo».
Disse, vibrò, scagliò la lunga sua lancia; e il Tidíde
Disse, vibrò, scagliò la lunga sua lancia; e il Tidíde
colpí sopra lo scudo. Fuor fuori la punta di bronzo
{{R|280}}colpí sopra lo scudo. Fuor fuori la punta di bronzo
passò lo scudo a volo, raggiunse l’usbergo. A quel colpo
passò lo scudo a volo, raggiunse l’usbergo. A quel colpo
un grido alto levò di Licàone il fulgido figlio:
un grido alto levò di Licàone il fulgido figlio:
“Da parte a parte sei feríto, nell’anca; né penso
“Da parte a parte sei feríto, nell’anca; né penso
che a lungo reggerai: m’hai data non piccola gloria!».
che a lungo reggerai: m’hai data non piccola gloria!».
Ma non si sgomentò Dïomede, e cosí gli rispose:
{{R|285}}Ma non si sgomentò Dïomede, e cosí gli rispose:
«Fallito hai, ché feríto non sono; ma il campo lasciare
«Fallito hai, ché feríto non sono; ma il campo lasciare
voi non potrete, prima che uno di voi non soccomba
voi non potrete, prima che uno di voi non soccomba