Pagina:Iliade (Romagnoli) I.djvu/161: differenze tra le versioni
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Ma non seguii quel consiglio, che, pure, quanto era migliore!, |
{{R|200}}Ma non seguii quel consiglio, che, pure, quanto era migliore!, |
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per risparmiare i cavalli, che a lor non mancasse il foraggio |
per risparmiare i cavalli, che a lor non mancasse il foraggio |
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entro la rocca assediata; ché a lauto cibo son usi. |
entro la rocca assediata; ché a lauto cibo son usi. |
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A casa li lasciai cosí, venni a Troia pedone, |
A casa li lasciai cosí, venni a Troia pedone, |
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nell’arco mio fidando, che nulla doveva giovarmi: |
nell’arco mio fidando, che nulla doveva giovarmi: |
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ché io già contro due dei primi ho lanciato due frecce, |
{{R|205}}ché io già contro due dei primi ho lanciato due frecce, |
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contro il Tidíde, e contro l’Atríde; ed il sangue d’entrambi |
contro il Tidíde, e contro l’Atríde; ed il sangue d’entrambi |
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feci sprizzare; ma poi li resi piú fieri alla pugna. |
feci sprizzare; ma poi li resi piú fieri alla pugna. |
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Con malo augurio l’arco ricurvo spiccai dal suo chiodo, |
Con malo augurio l’arco ricurvo spiccai dal suo chiodo, |
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quel giorno ch’io partii, guidando alla guerra i miei Lici, |
quel giorno ch’io partii, guidando alla guerra i miei Lici, |
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verso l’amabile Troia, per far cosa ad Ettore grata. |
{{R|2io}}verso l’amabile Troia, per far cosa ad Ettore grata. |
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Ma s’io ritornerò, se vedere potrò con questi occhi |
Ma s’io ritornerò, se vedere potrò con questi occhi |
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la patria mia, la sposa, l’eccelsa, la bella mia casa, |
la patria mia, la sposa, l’eccelsa, la bella mia casa, |
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súbito allora possa qualcuno mozzarmi la testa, |
súbito allora possa qualcuno mozzarmi la testa, |
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se io con queste mani quest’arco non spezzo, e lo gitto |
se io con queste mani quest’arco non spezzo, e lo gitto |
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sopra la fiamma lucente; ché vana è la sua compagnia». |
{{R|215}}sopra la fiamma lucente; ché vana è la sua compagnia». |
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E a lui di contro |
E a lui di contro Enèa, signor dei Troiani, rispose: |
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«Non dire, no cosí: cambiar non potranno le cose, |
«Non dire, no cosí: cambiar non potranno le cose, |
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prima che contro quest’uomo, tu ed io, coi cavalli e col carro |
prima che contro quest’uomo, tu ed io, coi cavalli e col carro |
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non ci avventiamo, e prova con lui non facciamo di forza. |
non ci avventiamo, e prova con lui non facciamo di forza. |
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Sali sul carro mio, su, dunque, ché tu veda bene |
{{R|220}}Sali sul carro mio, su, dunque, ché tu veda bene |
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quali i cavalli sono di Tròo, come sanno pel piano |
quali i cavalli sono di Tròo, come sanno pel piano |
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velocemente qua, là, l’inimico incalzare, o fuggire: |
velocemente qua, là, l’inimico incalzare, o fuggire: |
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ché in salvo alla città di nuovo condurci sapranno, |
ché in salvo alla città di nuovo condurci sapranno, |
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se Giove ancora vuole coprire di gloria il Tidíde. |
se Giove ancora vuole coprire di gloria il Tidíde. |
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Su via, prendi la sferza, le lucide redini; ed io |
{{R|225}}Su via, prendi la sferza, le lucide redini; ed io |
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giú scenderò dal carro, per farmegli contro alla zuffa: |
giú scenderò dal carro, per farmegli contro alla zuffa: |
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oppure l’urto suo tu sostieni, ed io bado ai cavalli». |
oppure l’urto suo tu sostieni, ed io bado ai cavalli». |
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E di Licàone a lui rispose il bellissimo figlio: |
E di Licàone a lui rispose il bellissimo figlio: |
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«Enèa, reggi tu, dunque, le lucide briglie e i cavalli: |
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