Utente:Xavier121/Prove: differenze tra le versioni

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PASSEGGIATA IN TRAM IN AMERICA
E RITORNO
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Aspro preludio di sinfonia sorda, tremante violino a corda
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verso l’eternità del mare che si balocca e complotta laggiù per
rompere la linea dell’orizzonte.
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Ma mi parve che la città scomparisse mentre che il mare
rabbrividiva nella sua fuga veloce. Sulla poppa balzante io già ero
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tenace e riattacca a concertare con i suoi alberi una certa
melodia beffarda nell’aria, una melodia che non si ode, si
indovina solo alle scosse di danza bizzarre che la scuotono!scuoto
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no!
C’erano due povere ragazze sulla poppa: «Leggera, siamo
della leggera: te non la rivedi più la lanterna di Genova!» Eh! che
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violino del tram domenicale. I piccoli dadi bianchi sorridono
sulla costa tutti in cerchio come una dentiera enorme tra il fetido
odore di catrame e di carbone misto al nauseante odor d’infinito.
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al nauseante odor d’infinito.
Fumano i vapori agli scali desolati. Domenica. Per il porto pieno
di carcasse delle lente file umane, formiche dell’enorme ossario.
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[L’INCONTRO DI REGOLO]
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Ci incontrammo nella circonvallazione a mare. La strada era
Ci incontrammo
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Ci incontrammo nella circonvallazione a mare. La strada era
deserta nel calore pomeridiano. Guardava con occhio
abbarbagliato il mare. Quella faccia, l’occhio strabico! Si volse: ci
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strada di Pavia, lui scalcagnato, col collettone alle orecchie!
Ancora il diavolo ci aveva riuniti: per quale perchè? Cuori leggeri
noi non pensammo a chiedercelo. Parlammo, parlammo, finché
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a chiedercelo. Parlammo, parlammo, finché
sentimmo chiaramente il rumore delle onde che si frangevano
sui ciottoli della spiaggia. Alzammo la faccia alla luce cruda del
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a colpi di fortuna che gli riuscivano sempre, quella mattina i suoi
nervi saturi l’avevano tradito ed era restato per un quarto d’ora
paralizzato dalla parte destra, l’occhio strabico fisso sulstra
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bico fisso sul
fenomeno, toccando con mano irritata la parte immota. Si era
riavuto, era venuto da me e voleva partire.
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Voleva partire. Mai ci eravamo piegati a sacrificare alla
mostruosa assurda ragione e ci lasciammo stringendoci
semplicemente la mano: in quel breve gesto noi ci lasciammo,
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la mano: in quel breve gesto noi ci lasciammo,
senza accorgercene ci lasciammo: così puri come due iddii noi
liberi liberamente ci abbandonammo all’irreparabile.
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[SCIROCCO]
[(Bologna)]
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Era una melodia, era un alito? Qualche cosa era fuori dei
vetri. Aprii la finestra: era lo Scirocco: e delle nuvole in corsa al
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partenza avventurosa nel mattino: mentre che nello Scirocco
sembravano ancora giungere in soffi caldi e lontani di laggiù i
riflessi d’oro delle bandiere e delle navi che varcavano la curva
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varcavano la curva
dell’orizzonte. Si sentiva l’attesa. In un brusio di voci tranquille
le voci argentine dei fanciulli dominavano liberamente nell’aria.
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Era la Vigilia di Natale.
*
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**
Ero uscito. Un grande portico rosso dalle lucerne moresche:
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gli archi perdendosi gradatamente nella campagna tra le colline
fuori della porta): poi una grande linea che apparve passò: una
grandiosa, virginea [testa reclina d’ancella mossa] di un
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di un
passo giovine non domo alla cadenza, offrendo il contorno della
mascella rosea e forte e a tratti la luce obliqua dell’occhio nero al
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[CREPUSCOLO MEDITERRANEO]
Crepuscolo mediterraneo perpetuato di voci che nella sera si
esalta
esaltano, di lampade che si accendono, chi t’inscenò nel cielo più
=== no match ===
esaltanono, di lampade che si accendono, chi t’inscenò nel cielo più
vasta più ardente del sole notturna estate mediterranea? Chi può
dirsi felice che non vide le tue piazze felici, i vichi dove ancora in