Italia - 29 aprile 2006, Discorso di insediamento al Senato della Repubblica del Presidente Franco Marini: differenze tra le versioni

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Guardando i fatti, i fatti che avete determinato voi, sarebbe non giusto non sostenere che prevalentemente sono eletto dalla maggioranza politica che ha vinto le recenti elezioni. Ma sarò il Presidente di tutto il Senato e in un dialogo fermo e mai abbandonato sarò il Presidente di tutti voi, con grande attenzione e rispetto per le prerogative della maggioranza e per quelle dell'opposizione, come deve essere in una vera democrazia bipolare che io credo di aver modestamente contribuito, anche con il mio apporto, a realizzare nel nostro Paese.
 
E' tradizione in queste circostanze che il Presidente eletto rivolga brevi parole di saluto all'Assemblea: sono novizio, ma certamente non voglio innovare questa bella consuetudine. Novizio qui dentro ''(una battuta elegante, simpatica, del presidente Andreotti)'', non novizio in generale, ahimè. Consentitemi però di formulare, insieme al saluto, alcune brevi considerazioni.
 
Sento un profondo senso di responsabilità per il mio e per il nostro mandato, per il compito che questo Senato e tutto il Parlamento - compito non facile - è chiamato ad assolvere in questa XV legislatura della Repubblica.
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Cari colleghi, mi fermo qui, altrimenti questo saluto del novizio potrebbe prolungarsi troppo. Vi saluto sottolineando: viva il Senato, viva la sua funzione, viva la Repubblica italiana! ''(Vivissimi, prolungati, generali applausi)''.
 
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[[Categoria:XXI secolo]]