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la febbre le ardeva il cervello e i polsi. Strane visioni l’assalivano, e il sentimento che aveva animata tutta la sua vita, pareva illuminato da una luce trascendente.
— La mia sorte è troppo invidiabile di fronte a quella delle altre donne! esclamava: tu hai avuto per me l’amore ardente dell’amante; la tenerezza di una mamma, la dolce protezione di un padre. Tu sei stato tutto per me, e mi hai dato il paradiso in terra. E ora muoio. Muoio alla vigilia della prova. La mia vita di trent’anni non vai mille volte piú di tante altre che durano il doppio? Quante povere^ donne vivono incomprese, tradite, derise! Martiri sante di un martirio immeritato, o ipocrite sciagurate per neccessitá. Tu m’hai salvato da questo, tu col tuo amore. Qhe tu possa essere sempre felice, anche senza di me. Io muoio e ti benedico.
Tutto il suo corpo tremava; le lagrime scorrevano sulle sue guancie, lente, inavvertite. Sembrò assopirsi un momento.
Egli la fece distendere sul canapè e mandò per il medico.
Era scosso.
Aveva vissuto dieci anni vicino a quella don na credeva conoscerne tutto l’amore, e quell’impeto di