Pagina:Leopardi, Giacomo – Canti, 1938 – BEIC 1857225.djvu/198: differenze tra le versioni

 
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È pigliato all’usanza latina per «cielo». Ma il ''Vocabolario'' con questo senso non lo passa. Manco male che la ''Dafne'' del {{AutoreCitato|Ottavio Rinuccini|Rinuccini}}, per decreto dello stesso ''Vocabolario'', fa testo nella lingua. Sentite dunque, signori pedagoghi, quello che dice il Rinuccini nella Dafne<ref>Coro {{Sc|iii}}, v. 1.</ref>. «Non si nasconde in selva Si dispietata belva, Né su per l’alto {{spaziato|polo}} Spiega le penne a volo augel solingo, Né per le piagge ondose Tra le fere squamose alberga core Che non senta d’Amore». Vi pare che questo polo sia l’artico, o l’antartico, o quello della calamita, o l’una delle teste d’un perno, o d’una sala da carrozze? Oh bene inghiottitevi questa focaccia soporifera da turarvi le tre gole che avete, e lasciate passare anche questo vocabolo.
È pigliato all’usanza latina per «cielo». Ma il ''Vocabolario'' con questo senso non lo passa. Manco male che la ''Dafne'' del {{AutoreCitato|Ottavio Rinuccini|Rinuccini}}, per decreto dello stesso ''Vocabolario'', fa testo nella lingua. Sentite dunque, signori pedagoghi, quello che dice il Rinuccini nella Dafne<ref>Coro {{Sc|iii}}, v. 1.</ref>. «Non si nasconde in selva dispietata belva, Né su per l’alto {{spaziato|polo}} Spiega le penne a volo augel solingo, Né per le piagge ondose Tra le fere squamose alberga core Che non senta d’Amore». Vi pare che questo polo sia l’artico, o l’antartico, o quello della calamita, o l’una delle teste d’un perno, o d’una sala da carrozze? Oh bene inghiottitevi questa focaccia soporifera da turarvi le tre gole che avete, e lasciate passare anche questo vocabolo.
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|width=70px|XII, 3.||E morte lo {{spaziato|scampò}} dal veder peggio.
|width=70px|XII, 3.||E morte lo {{spaziato|scampò}} dal veder peggio.