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l'Adriatico, e tre dalla Città giacente) effettuaro il pensiero, fondandola tra mezo alli due fiumi famosi, Misa, e Cesano; quello alla destra, e questo alla sinistra, incirca un miglio, e mezo à lui distanti, che da opache, e delitiose riviere spalleggiati, col piè d'argento, corrono maestosi inverso à Borea à dar tributo al Mare. Nè li disaventurati Suasani eressero in questa nuova Patria case magnifiche, ò Palagi superbi (come nell'antica possedevano) mà di arbori, & di gionchi fabricarono rozze capanne, e pagliareschi tuguri. Nè meno trà quei deserti gustavano cibi soavi, e delicate vivande, come nelle delitie della Patria erano soliti; mà d'herbe, di ghiande, et d'altri cibi silvestri si nodrivano. Con la rovina delle contrade Senonie, e di molt'altre d'Italia, havendo Alarico inalzate le sue glorie, non meno gonfio di superbia, che armato di crudeltà, se ne passò à Roma, contro di cui essercitando il solito furore, havendola con istretto assedio aspramente battuta: finalmente l'Anno 410. (come riferisce {{AutoreCitato|Procopio di Cesarea|Procopio}}) all'entrata d'Aprile la prese, saccheggiolla, ed arse. Intenti à danni di Roma i Barbari, abbandonarono la distrutta Regione Senonia: Onde s'assicurarono gl'intimoriti Suasani uscire dalle selve, e darsi alla coltura de' campi, che senza questa rimasti, divenivano sterili, & infecondi. Quindi avvenne, che si come co' cibi domestici, le forze del corpo rinvigorirono; cosi con generosi pensieri la virtù dell'animo ristorarono: però che sprezzati i vili tuguri, e le rozze capanne nel medesimo luogo, con le rovine di Suasa, l'Anno del parto della Vergine 411. diedero principio à fabricare una Città formata, con regole, e disegno d'Architettura, cingendola di forti, & di alte muraglie: indi compartendola in ispatiose Contrade, l'ornarono di belli, & di sontuosi edifici, che se non in grandezza, nella figura almeno rassembrava l'antica Città, dalla quale, si come desideravano, che fosse differente di sorte; così vollero, che con altro nome s'appellasse: onde dall'altezza del colle, ove la situarono, & dall'effetto, che dalla bassa Suasa per salvarli, à quello corsero, lo chiamarono Corinalto, '''''quasi curre in altum'''''; cosi riferisce {{AutoreCitato|Sebastiano Macci|Sebastiano Macci}} Durantino '''''de bello Asdrubalis''''' libro secondo, dicendo: '''''Ex Suasę ruinis Corinaltum, ubi ante erat Ostra urbs nobilis &c. à verbo curre in altum conditum constat.''''' Il medesimo afferma {{AutoreCitato|Giovan Battista Baffi|Gio:Battista Baffi}} sopra citato, Medico celebre della sua età, Cittadino di questa Patria, in una lettera di {{AutoreCitato|Aldo Manuzio|Aldo Manutio}}, dell'origine di Corinalto: e nel libro secondo '''''de Cometis''''' ne scrisse, come quì sotto: '''''Igitur in istis Senonum Gallorum Mediterraneis Patria Corinaltum condita est, & Oppidum hoc sic dictum esse crediderim, quoniam in eminentiori situm est loco.''''' Con ambedue questi gravi Scrittori conviene Monsignor Rodulfi nelle Croniche sopracitate della Diocesi di Senigaglia, in cui di Corinalto, & della sua origine trattando, con queste me
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