Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 2, Einaudi, 1961.djvu/52: differenze tra le versioni

Aubrey (discussione | contributi)
(Nessuna differenza)

Versione delle 00:54, 2 mar 2021

Mussolini, - disse scattante il bassotto, mordendo la sigaretta, - il cavaliere... L’hai capita? Adesso se ne ricordano.

- Hanno paura dei tedeschi, - disse Fonso.

- Macché. Siamo merli noialtri, - ghignò l’altro. - Sai com’è? L’hanno capita tra loro gerarchi che la storia puzzava, e allora corrono dal re e gli fanno: «Senti. Ci devi mettere a riposo, levarci dalla merda. Tu intanto continui la guerra, gli italiani si sfogano, si fiaccano il collo, e noi domani ritorniamo a darti mano. Ci sei?»

- Lascialo dire, - brontolò il gigante in tuta. - Se non fa l’asino quest’oggi, quando vuoi che lo faccia? Ieri sera l’hai presa la sbornia?

- Quattro ne ha prese, - disse Fonso, divertito.

- E allora basta. Andiamo a casa.

- Vedrai che ritornano, - gridò il mingherlino.

Restai solo con Fonso e il gigante. Camminavamo in mezzo ai cenni e alle voci.

- Però Aurelio ha ragione, - disse Fonso. - Hanno riempito di soldati le caserme.

Il gigante, incuriosito, girò la faccia. - I soldati sono popolo, disse. - Sono popolo armato. Non si sa contro chi spareranno.

- Hanno paura dei tedeschi, - interruppi, - spareranno sui tedeschi.

- Una cosa alla volta, - disse l’altro adagio, - verrà la volta anche per loro. Non adesso.

- Macché, - disse Fonso. - Che sparino subito. È questa la guerra.

Il gigante scuoteva il capo.

- Voi non sapete che cos’è politica, - disse. - Lascia fare ai più vecchi.

- Vi abbiamo lasciato una volta, - disse Fonso.

Arrivammo davanti alla casa, che le radio cominciavano a gracchiare. Ci soffermammo; si fermarono tutti. - Il bollettino.

Silenzio -. Segui la notizia dello stato d’assedio, del buon ordine in tutta Italia, dei cortei di esultanza, della nostra decisione di combattere e farci onore fino all’ultimo sangue.

- Lascia fare a chi sa, - ripeteva il gigante a capo chino.

- È tutta merda, - disse Fonso, - evviva Aurelio.

Dietro alla casa la collina si stendeva nel delo, seminata di case e di boschi. Mi chiedevo chi la vedesse in quel momento, della


48