Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 2, Einaudi, 1961.djvu/19: differenze tra le versioni

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- Non vuole mica mangiarmi, - mi disse in faccia.
- Non vuole mica mangiarmi, - mi disse in faccia.


In quel momento si senti il cessato allarme. Per un istante tutti tacquero increduli, poi scoppiò im gran baccano, e i ragazzi saltavano, le vecchie benedicevano, gli uomini diedero mano ai bicchieri e battevano il tempo. - Per stanotte è passata. - Verranno più tardi. - Italiani, l’ho fatta per voi.
In quel momento si sentì il cessato allarme. Per un istante tutti tacquero increduli, poi scoppiò un gran baccano, e i ragazzi saltavano, le vecchie benedicevano, gli uomini diedero mano ai bicchieri e battevano il tempo. - Per stanotte è passata. - Verranno più tardi. - Italiani, l’ho fatta per voi.


Lei non s’era scomposta. Abbandonava sempre il capo oontro il muro, e quando le balbettai: - Lei è Cate. Sei Cate, - non mi dava più risposta. Credo che avesse chiuso gli occhi.
Lei non s’era scomposta. Abbandonava sempre il capo oontro il muro, e quando le balbettai: - Lei è Cate. Sei Cate, - non mi dava più risposta. Credo che avesse chiuso gli occhi.
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Poco più tardi, ero rientrato nella villa. Ma intanto era notte, notte fonda e l’Elvira aspettava, quasi sugli scalini, con le mani in mano e le labbra cucite. Disse soltanto: - Stasera, l’ha preso l’allarme.
Poco più tardi, ero rientrato nella villa. Ma intanto era notte, notte fonda e l’Elvira aspettava, quasi sugli scalini, con le mani in mano e le labbra cucite. Disse soltanto: - Stasera, l’ha preso l’allarme.

Si stava in pensiero -. Scossi il capo e sorridendo nel piatto mi misi a mangiare. Lei mi girava intorno al lume, silenziosa, spariva in cucina, chiudeva gli armadi. - Fosse così tutte le sere, borbottai.
Si stava in pensiero -. Scossi il capo e sorridendo nel piatto mi misi a mangiare. Lei mi girava intorno al lume, silenziosa, spariva in cucina, chiudeva gli armadi. - Fosse così tutte le sere, borbottai.
Non disse nulla.
Non disse nulla.
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Masticando pensavo all’incontro, alla cosa accaduta. Più che di Cate m’importava del tempo, degli anni. Era incredibile. Otto, dieci? Mi pareva di avere riaperto una stanza, un armadio dimenticati, e d’averci trovata dentro la vita di un altro, una vita futile, piena di rischi. Era questo che avevo scordato. Non tanto Cate, non i poveri piaceri di un tempo. Ma il giovane che viveva quei giorni, il giovane temerario che sfuggiva alle cose credendo che dovessero ancora accadere, ch’era già uomo e si guardava sempre intorno se la vita giungesse davvero, questo giovane mi sbalordiva.
Masticando pensavo all’incontro, alla cosa accaduta. Più che di Cate m’importava del tempo, degli anni. Era incredibile. Otto, dieci? Mi pareva di avere riaperto una stanza, un armadio dimenticati, e d’averci trovata dentro la vita di un altro, una vita futile, piena di rischi. Era questo che avevo scordato. Non tanto Cate, non i poveri piaceri di un tempo. Ma il giovane che viveva quei giorni, il giovane temerario che sfuggiva alle cose credendo che dovessero ancora accadere, ch’era già uomo e si guardava sempre intorno se la vita giungesse davvero, questo giovane mi sbalordiva.


Che cosa c’era di comime tra me e lui? Che cosa avevo fatto per lui? Quelle sere banali e focose, quei rischi casuali, quelle speranze familiari come un letto o una finestra - tutto pareva il {{Pt|ri-|}}
Che cosa c’era di comune tra me e lui? Che cosa avevo fatto per lui? Quelle sere banali e focose, quei rischi casuali, quelle speranze familiari come un letto o una finestra - tutto pareva il {{Pt|ri-|}}