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     In terra allor, nessun gli era nemico
60Fuor che Ahrimàn perverso in loco ascoso.
Ahrimàn fraudolento ebbe nel core
Invidia, e fe’ consiglio onde la mano
Avanzasse bramosa. Un solo figlio
Ahrimàn possedea, sì come agreste
65Lupo nel volto; ma protervo e ardito
Egli era sì per un accolto esercito
Grande, possente. Con tal schiera ei venne
A Gayumèrs, che la regal possanza
Egli ambiva e quel seggio e la corona
70Di regnante e signor. Parve ben fosca
A quel figlio di Devi ingelosito
Questa sede dell’uom per la fortuna
Di Siyamèk, per la fiorente e lieta
Sorte del vecchio re, sì che ad ognuno
75Disvelò del suo cor l’alto secreto,
E di voci discordi, invidïose,
Empì la terra. Ma di ciò com’ebbe
Novella Gayumèrs? chi mai gli apprese
Che altri assider volea, qual re sovrano,
80Sul regal seggio? — Venne all’improvviso
L’angiol Seròsh dall’alto, angiol beato,
Come spirto veloce a quell’antico,
Cinto di pelli, e per secreta via
Tutto gli disse, l’orrido nemico
85Che mai facesse col suo tristo figlio.
     Poi che dell’opre del maligno Devo
A Siyamèk toccò novella, un alto
Sdegno nel cor del giovinetto sire
Subitamente entrò, sì ch’ei raccolse
90Ampia una schiera e ad aspettar si pose.
Di ucciso pardo una villosa spoglia
Si cinse ai fianchi (militar corazza
Non era ancor ne’ prischi tempi in uso)
E corse al Devo incontro, avidamente