Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/230: differenze tra le versioni
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non ho inferito che Vostra Beatitudine favorisse questa opinione, ma che «''sustinendam hypothetice cum philosophorum commodo et reipublicae incolumitate simili mira providentia curavit''». Perché in vero era necessario tener Copernico, perché la riforma del calendario ha testimonianze vere e potenti dalle sue osservazioni ma non dall’opinioni, e perché serve assai gli astronomi, e con dir: «''hypothetice'' si può tenere», provide Vostra Beatitudine alla chiesa ed a’ scienziati, e levò l’errore; e questo io lodai, come si può veder nel primo ed ottavo numero. Ma se non m’esplicai bene, si può megliorare, come si degnará commandarlo. |
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non ho inferito che Vostra Beatitudine favorisse questa opinione, ma che «sustinendam hypothetice cum philosophoruni |
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commodo et reipublicae incolumitate simili mira providentia curavit». Perché in vero era necessario tener Copernico, perché |
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la riforma del calendario ha testimonianze vere e potenti dalie |
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sue osservazioni ma non dall’opinioni, e perché serve assai |
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gli astronomi, e con dir: «hypothetice si può tenere», provide |
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Vostra Beatitudine alla chiesa ed a’ scienziati, e levò l’errore; |
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e questo io lodai, come si può veder nel primo ed ottavo |
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numero. Ma se non m’esplicai bene, si può megliorare, come |
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si degnará commandarlo. |
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Ma, di piú, io mostrai modo di salvar l’apparenze; e che la riforma del calendario sta bene e che sará spesso bisogno riformarlo, perché il cielo non camina come pensò Copernico né Tolomeo, né come Aristotele, né come Platone e gli altri: ma come vole Dio. Il quale per mantenerci in vigilanza sopra i suoi giudici, sovente muta i movimenti e sito de corpi lucenti, come appar dall’anomalie scritte da tutti gli astronomi e piú da Copernico, ma falsamente asserite che saran sempre le medesime. Onde io provai che ci sono anomalie d’anomalie e con Ticone e seguaci; e però sará bisogno sovente mirar in cielo per questo calendario, posto nella chiesa da Dio per mantenerci in questo esercizio necessario sopra i giudici suoi. «''Videbo caelos tuos opera digitorum tuorum, lunam et stellas, quae tu fandasti''»; e da questo mio studio si leva lo scrupolo di tanti mila anni di etá del mondo, perché in vero per bon calculo non arriva l’etá del mondo passata a seimila anni; e del futuro gli apostoli dicono che semo giá nell’ora novissima: e cosí Esdra e tanti grandi dottori, e pur li scolastici san Vincenzo e ’l Bellarmino e l’abbate Gioacchino vogliono che siamo nel fin del quinto sigillo dell’''Apocalisse'' e quinta etá della chiesa, e nella sesta vien l’Anticristo e poi la ren vazion del secolo. |
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Ma, di piú, io mostrai modo di salvar l’apparenze; e che |
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la riforma del calendario sta bene e che sará spesso bisogno |
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riformarlo, perché il cielo non camina come pensò Copernico |
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né Tolomeo, né come Aristotele, né come Platone e gli altri: |
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ma come vole Dio. Il quale per mantenerci in vigilanza sopra |
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i suoi giudici, sovente muta i movimenti e sito de corpi lucenti, come appar dall’anomalie scritte da tutti gli astronomi |
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e piú da Copernico, ma falsamente asserite che saran sempre |
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le medesime. Onde io provai che ci sono anomalie d’anomalie |
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e con Ticone e seguaci ; e però sará bisogno sovente mirar |
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in cielo per questo calendario, posto nella chiesa da Dio per |
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mantenerci in questo esercizio necessario sopra i giudici suoi. |
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Videbo caelos tuos opera digitorum tuorum, lunam et stellas, |
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quae tu fandasti»; e da questo mio studio si leva lo scrupolo |
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di tanti mila anni di etá del mondo, perché in vero per bon |
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calculo non arriva l’etá del mondo passata a seimila anni; |
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e del futuro gli apostoli dicono che senio giá nell’ora novissima: e cosi Esdra e tanti grandi dottori, e pur li scolastici |
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san Vincenzo e ’l Bellarmino e l’abbate Gioacchino vogliono |
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che siamo nel fin del quinto sigillo de\V Apocalisse e quinta |
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etá della chiesa, e nella sesta vien l’Anticristo e poi la reno vazion del secolo. |
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mali son venuti da questa dottrina in settentrione ed Italia |