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     Ma di tempi più antichi eravi un libro,
Pieno d’antiche istorie. I sacerdoti
Ne avean, chi qua chi là, sparsi frammenti,
Ogni saggio ne avea cospicua parte,
395Qual tesoro acquistato. E un dì pur visse
Un forte, a’ borgomastri almo rampollo,
Animoso e possente e saggio molto
E di molto consiglio. Ei degli antichi
Tempi cercava con amor le cose,
400E degli antichi raccogliea le illustri
Parole e i fatti. Da ogni villa intorno,
Da ogni castello, i vecchi sacerdoti
Raccolse un giorno, e questo antico libro
Compose allor, gl’interrogando a prova
405Delle famiglie de’ regnanti prischi
E degli eroi che fûr lodati un giorno,
Nella vetusta età, di lor, che l’ampia
Terra a principio governar col senno
E a noi l’abbandonâr poscia in sì tristo
410E miserevol stato. Ei ricercava
Sotto qual astro amico al termin suo
Di lor grandezza fosse il dì venuto.
     E quei tutte narrâr partitamente
De’ prischi re le cose e di fortuna
415La mirabil vicenda. Ogni lor detto
Ascoltava quel prence, indi un famoso
Libro ne componea, nobil ricordo
Di lui nel mondo. Faccian lode a lui
E le genti del volgo e i prenci tutti!

VIII. Il poeta Dekîki.

(Ed. Calc. p. 7).


     420Ma poi che da tal libro ogni lettore
Leggeva intorno molte istorie assai,