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XLVI1
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A Cassi ano dei. Pozzo
{{Smaller block|c=is|Chiede gli faccia due grazie: solleciti l’ordine domenicano di presentare a Filippo IV il memoriale per avere il prigioniero: ed ottenga di poter venire in Roma a fra Dionisio da Castelvetere, che porgerá ad Urbano VIII un’importante sua opera e si occuperá della pubblicazione del Reminiscentur. In fine vuole che si dica al cardinale Francesco Barberini ch’egli non teme dell’invidia, che finirá al suo arrivo.}}
Chiede gli faccia due grazie: solleciti l’ordine domenicano di presentare
{{indent|3|Molt’illustre signor mio osservandissimo,}}
a Filippo IV il memoriale per avere il prigioniero: ed ottenga di
Supplico di novo a Vostra Signoria molto illustre che s’adopri in maniera ch’il padre generale o il mio protettore faccino quel memoriale di parte la religione al re cattolico, perché di novo mi viene scritto che solo questo s’aspetta per dar licenza ch’io sia spedito; e se passan due mesi, quel che sta negoziando questo, si ritorna da Spagna, e perdo quanto ho fatto. E benché il padre generale repugni con iscuse vane, come suole, né voi riconoscer il suo gregge tutto se non dov’è commodo, anzi mi vorrebben nocente, perché non avesser briga di difender la innocenza; non però lasci Vostra Signoria l’impresa, tanto piú che s’è stampata la ''Monarchia di Spagna'' due volte, e sto bene con li spagnoli di lá.
poter venire in Roma a fra Dionisio da Castelvetere, che porgerá ad

Urbano VIII un’importante sua opera e si occuperá della pubblicazione del Reminiscentur. In fine vuole che si dica al cardinale Francesco Barberini ch’egli non teme dell’ invidia, che finirá al suo arrivo.
Di piú, tratti la licenza per fra Dionisio di Castelvetere che venga in Roma per li miei negozi, perché lui presenterá al santo papa quel libretto mio eminentissimo — e dicolo senz’arroganza — ed altre cose che Favilla per codardia non vol darle, e fa male a sé ed a me; e tratteria la stampa del ''Reminiscentur'' ed altre cose a me necessarie. Vede Vostra Signoria che cose dormeno a tempo di un papa tanto savio ed animoso! Dispiacemi ch’io li scrivo, e non ha le mie lettere. Se Vostra Signoria mi voi favorire a farcile avere, io scriverò per lei o come mi conseglierá.
Molt’ illustre signor mio osservandissimo,
Supplico di novo a Vostra Signoria molto illustre che
s’adopri in maniera ch’il padre generale o il mio protettore
faccino quel memoriale di parte la religione al re cattolico,
perché di novo mi viene scritto che solo questo s’aspetta per
dar licenza ch’ io sia spedito; e se passan due mesi, quel che
sta negoziando questo, si ritorna da Spagna, e perdo quanto
ho fatto. E benché il padre generale repugni con iscuse vane,
come suole, né voi riconoscer il suo gregge tutto se non dov’è
commodo, anzi mi vorrebben nocente, perché non avesser
briga di difender la innocenza; non però lasci Vostra Signoria
l’impresa, tanto piú che s’è stampata la Monarchici di Spagna
due volte, e sto bene con li spagnoli di lá.
Di piú, tratti la licenza per fra Dionisio di Castelvetere
che venga in Roma per li miei negozi, perché lui presenterá
al santo papa quel libretto mio eminentissimo — e dicolo senz’arroganza — ed altre cose che Favilla per codardia non voi
darle, e fa male a sé ed a me; e tratteria la stampa del Reminiscentur ed altre cose a me necessarie. Vede Vostra Signoria che cose dormeno a tempo di un papa tanto savio ed
animoso! Dispiacemi ch’io li scrivo, e non ha le mie lettere.
Se Vostra Signoria mi voi favorire a farcile avere, io scriverò
per lei o come mi conseglierá.