Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/201: differenze tra le versioni

BrolloBot (discussione | contributi)
test caricamento
 
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione||{{Sc|lettere}}|195}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
tornar fra venti mesi con ambasciarie di pace al signor papa:
tornar fra venti mesi con ambasciarie di pace al signor papa: e prima mostrar a Vostra Beatitudine come per grazia di Dio posso io ciò fare, benché riclamino i nostri fratelli, se David vuol andar contra Golia.
e prima mostrar a Vostra Beatitudine come per grazia di Dio
posso io ciò fare, benché riclamino i nostri fratelli, se David
vuol andar contra Golia.


Dopo questo o avanti, prometto anche fare trenta discepoli armati di ragioni, autoritá, istorie, profezie e desiderio di martirio, e mandarli a predicare in Germania, e metter in terra l’autoritá d’eresiarchi e l’imminente lor rovina dimostrar in cielo ed in terra, e per ragioni ed istorie, come ogni sètta che nega Dio e la providenza, e l’immortalitá dell’anime o il libero arbitrio, è necessario che perda se stessa e lo stato, e riceva ogni predicante vero. Di piú, scoprire come gli oltramontani si confessan giá vinti con la incertezza e continuo vacillamento e discordia loro, ma noi non sappiamo cogliere il frutto della vittoria; e come si pònno a prima disputa, quei che son razionali, tirar alla veritá. Molt’altre cose direi importanti allo stato politico e mecanico, che non si credono senza veder l’effetto; però alla vostra Beatitudine sta ricever il vero servo o come innocente ''saltem'' in causa che mi s’oppone, o come fruttuoso penitente. Quando cosí non sará come dico, m’offro alla pena del fuoco; e perché veda quanta veritá tengo, li mando la lista delle opere che ho fatto, e sottometto a Vostra Beatitudine ed a santa Chiesa.
Dopo questo o avanti, prometto anche fare trenta discepoli

armati di ragioni, autoritá, istorie, profezie e desiderio di
Santissimo Padre, molti dicono ch’io non scrivessi cose tanto alte a Vostra Beatitudine; ed io all’incontro dico che non devo scriverle ad altri: e cosí farò uno bene a Vostra Beatitudine. Perché so che adoprano con perseguitarmi non l’altezza dell’ingegno né la virtú, com’altri fanno chi non son padri del cristianismo; ma solo li vizii li quali tutti io ho abiurati in secreto del mio core: e mi sforzo solo servire a Dio ed a tutto il mondo, secondo m’impose chi mi diede l’ingegno, e Vostra Beatitudine, suo vicario, m’ha ordinato. Però veda di farmi venir a Roma, s’io son buono per santa chiesa: giá che il duca d’Ossuna dice volermi liberare con pregheria di star ad ogni ordine per sicurtá del sospetto e non perché ci sia causa, e mi pronunciò innocente di nuovo
martirio, e mandarli a predicare in Germania, e metter in
terra l’autoritá d’eresiarchi e l’imminente lor rovina dimostrar
in cielo ed in terra, e per ragioni ed istorie, come ogni sètta
che nega Dio e la providenza, e l’immortalitá dell’anime o
il libero arbitrio, è necessario che perda se stessa e lo stato,
e riceva ogni predicante vero. Di piú, scoprire come gli
oltramontani si confessan giá vinti con la incertezza e continuo vacillamento e discordia loro, ma noi non sappiamo cogliere il frutto della vittoria; e come si pònno a prima disputa,
quei che son razionali, tirar alla veritá. Molt’altre cose direi
importanti allo stato politico e mecanico, che non si credono
senza veder l’efTetto; però alla vostra Beatitudine sta ricever
il vero servo o come innocente saltem in causa che mi s’oppone, o come fruttuoso penitente. Quando cosi non sará come
dico, m’offro alla pena del fuoco; e perché veda quanta veritá tengo, li mando la lista delle opere che ho fatto, e sottometto a Vostra Beatitudine ed a santa Chiesa.
Santissimo Padre, molti dicono ch’ io non scrivessi cose
tanto alte a Vostra Beatitudine; ed io all’ incontro dico che
non devo scriverle ad altri: e cosi farò uno bene a Vostra
Beatitudine. Perché so che adoprano con persegui tarmi non
l’altezza dell’ingegno né la virtú, com’altri fanno chi non son
padri del cristianismo; ma solo li vizii li quali tutti io ho
abiurati in secreto del mio core: e mi sforzo solo servire a
Dio ed a tutto il mondo, secondo m’impose chi mi diede
l’ingegno, e Vostra Beatitudine, suo vicario, m’ha ordinato.
Però veda di farmi venir a Roma, s’io son buono per santa
chiesa: giá che il duca d’Ossuna dice volermi liberare con
pregheria di star ad ogni ordine per sicurtá del sospetto e
non perché ci sia causa, e mi pronunciò innocente di nuovo