Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/49: differenze tra le versioni

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Questa è la chiave della natura e della profezia: quel che
fu sará. Perché le cose passate son simili alle future: e quanto
fu detto di Babilonia s’intende di tutte monarchie che a quella
successero ed imitáro. come li pomi del futuro anno son simili
a quelli del passato: e quel che si dice di Ierusalem, s’intende
di Roma per figura. Però sempre dice: «filia Sion, turris gregis,
usque ad te veniet poteslas prima, regnum filiae Ierusalem».
Ecco Roma filia Ierusalem. perché, come dice Crisostomo,
«Iudea secundum fidem mater est gentium». Era Babilonia e
fu fatta Ierusalem, come profetò Osea con san Paolo: «erit
in loco ubi dictum est: Non plebs mea vos, ibi filii Dei vocabuntur». E di Venezia simile a Tiro: «erit siccatio sagenarum».
E però mira, santo Padre, che è detto: «auferam a Ierusalem
et Iti la otnne robur panis et ovine robur aquae, validum et fortem
iudiccm, et prophetam, ariolum et se nevi principati, et consiliari uni sapiev tetti de archi tee tis et prudentem eloquii mysiici etc.»;
e dopo dice che non ci trovará chi voglia esser principe. Non
tanto si brama il cardinalato quanto si fuggirá. E la sibilla:
«Tutte tu purpureo in poenis nudata nitore flebis etc.». A Roma.
A Filadelfia fu promesso nell’ Apocalisse da chi ha le chiave
di David, che al vincitor scrivará in fronte il nome di Dio e
della cittá di Ierusalem ed il suo nome novo: questo è certo
di Roma per il simbolo delle chiave e di Ierusalem: ché pur
Philadelphia vuol dir amor fraterno, e Roma, inversis literis,
est amor: Roma.



E di piú li promette serbarla dall’ora della tentazione
Questa è la chiave della natura e della profezia: {{spaziato|quel che fu sará}}. Perché le cose passate son simili alle future: e quanto fu detto di Babilonia s’intende di tutte monarchie che a quella successero ed imitâro, come li pomi del futuro anno son simili a quelli del passato: e quel che si dice di Ierusalem, s’intende di Roma per figura. Però sempre dice: «''filia Sion, turris gregis, usque ad te veniet potestas prima, regnum filiae Ierusalem''». Ecco ''Roma filia Ierusalem'': perché, come dice Crisostomo, «''Iudea secundum fidem mater est gentium''». Era Babilonia e fu fatta Ierusalem, come profetò Osea con san Paolo: «''erit in loco ubi dictum est: Non plebs mea vos, ibi filii Dei vocabuntur''». E di Venezia simile a Tiro: «''erit siccatio sagenarum''».
ch’ha da venir sopra tutt’il mondo; e che li nemici suoi

adoraranno alli suoi piedi, alludendo a quel che si fa al papa
E però mira, santo Padre, che è detto: «''auferam a Ierusalem et Iuda omne robur panis et omne robur aquae, validum et fortem iudicem, et prophetam, ariolum et senem principati, et consiliarium sapientem de architectis et prudentem eloquii mystici'' etc.»; e dopo dice che non ci trovará chi voglia esser principe. Non tanto si brama il cardinalato quanto si fuggirá. E la sibilla: «''Tunc tu purpureo in poenis nudata nitore flebi''s etc.». A Roma. A Filadelfia fu promesso nell’''Apocalisse'' da chi ha le chiave di David, che al vincitor scrivará in fronte il nome di Dio e della cittá di Ierusalem ed il suo nome novo: questo è certo di Roma per il simbolo delle chiave e di Ierusalem: ché pur ''Philadelphia'' vuol dir {{spaziato|amor fraterno}}, e Roma, ''inversis literis'', ''est'' {{spaziato|amor: Roma}}.
da tutti principi e popoli basciando i piedi, come al Messia

fu promesso: «inimici eius terravi litigoni». Ma non per questo
E di piú li promette serbarla dall’ora della tentazione ch’ha da venir sopra tutt’il mondo; e che li nemici suoi adoraranno alli suoi piedi, alludendo a quel che si fa al papa da tutti principi e popoli basciando i piedi, come al Messia fu promesso: «''inimici eius terram lingent''». Ma non per questo resta che li guai di Gerosolima non le tocchino, cosí come li beni, perché dove ci entra il peccato si scioglie il patto. Ma perché «''sine poenitentia sunt dona Dei''», al fine le reliquie dopo la rovina s’edificaranno in novo tempio e nova Ierusalemme. La lettera parla della figlia di Sion: per usanza di Scritture, della stessa populazione che in quello abita, e della
resta che li guai di Gerosolima non le tocchino, cosi come
li beni, perché dove ci entra il peccato si scioglie il patto.
Ma perché «sine poenitentia sunt dona Dei», al fine le reliquie
dopo la rovina s’edificaranno in novo tempio e nova Ierusalemme. La lettera parla della figlia di Sion: per usanza di
Scritture, della stessa populazione che in quello abita, e della