Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/28: differenze tra le versioni

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dentro una fossa d’acqua puzzolenta dove mai non vedo giorno, sempre inferrato e morto di fame e di mille afflizioni confuso tra cinquanta leopardi chi mi guardano, di scrivere a Vostra Signoria illustrissima e supplicarla che mi aiuti a tanto ch' io possa veder luce solo per annunziare alla santa chiesa quel che fin mo’ non m’han voluto credere, e confirmarlo con miracoli e testimonianze di cielo e di terra. Son accusato per ribello ed eretico, per lo che otto anni cominciano che sto sepolto «''donec veniret verbum eius''»: e le dico che la ribellion mia è come quella d’Amos profeta nel settimo dove scrive l’empio sacerdote Amasia: «''rebellat contra te Amos, o rex Ieroboam''»; la eresia è come quella di Socrate [che] per esser piú pio de gli altri fu stimato empio, e così morto.
dentro una fossa d’acqua puzzolenta dove mai non vedo giorno,
sempre inferrato e morto di fame e di mille afflizioni confuso
tra cinquanta leopardi chi mi guardano, di scrivere a Vostra
Signoria illustrissima e supplicarla che mi aiuti a tanto eh io
possa veder luce solo per annunziare alla santa chiesa quel che
fin mo’ non m’han voluto credere, e confirmarlo con miracoli e
testimonianze di cielo e di terra. Son accusato per ribello ed
eretico, per lo che otto anni cominciano che sto sepolto «donec
venir et verburn eius» : e le dico che la ribellion mia è come
quella d’Amos profeta nel settimo dove scrive l’empio sacerdote
Amasia: «rebellat con tra te Amos, o rex Ieroboam»; la eresia
è come quella di Socrate [che] per esser piú pio de gli altri
fu stimato empio, e cosi morto.


Vero è che, sendo stato preso io e molti frati dell’ordine per ribello, quasi volessemo ribellare il regno al papa, in tempo che molti officiali e baroni del regno erano scommunicati e perseveravano, e la cittá di Nicastro interdetta, e in tutte queste cose mi trovai, e fu gridato in Seminara {{spaziato|Viva il papa}}, dal clero che ''armata manu'' liberò un clerico dalle carceri secolari. Del che facendo processo lo scommunicato fiscale don Luigi Sciarava per le parole di fra Dionisio che predicava di mia bocca la novitá del secolo — e fu interpretato per ribellante, ed io capo, — furo necessitati gli amici di dire che ribellavamo per far eresia e non per il papa, altrimente moriamo tutti ''de acto, inconsulto pontifice''. Poi fu posto il negozio a giustizia e si vide il vero dell’eresia, che tutti testimoni si ritrattâro dicendo perché aveano finto; e così pur della ribellione, ché di ottanta tormentati ''ad pompam'' nullo confessò, e quelli che morîro nelli primi impeti per tormenti diabolici, dissero cose varie e morendo si ritrattâro ad alta voce — e ci son presentate le fedi di confessori.
Vero è che, sendo stato preso io e molti frati dell’ordine
per ribello, quasi volessemo ribellare il regno al papa, in tempo
che molti officiali e baroni del regno erano scommunicati e
perseveravano, e la cittá di Nicastro interdetta, e in tutte queste
cose mi trovai, e fu gridato in Seminara Viva il papa, dal
clero che armata manti liberò un clerico dalle carceri secolari.
Del che facendo processo lo scomniunicato fiscale don Luigi
Sciarava per le parole di fra Dionisio che predicava di mia
bocca la novitá del secolo — e fu interpretato per ribellante,
ed io capo, — furo necessitati gli amici di dire che ribellavamo
per far eresia e non per il papa, altrimente moriamo tutti de
acto, inconsulto pontifice. Poi fu posto il negozio a giustizia e
si vide il vero dell’eresia, che tutti testimoni si ritrattáro dicendo perché aveano finto; e cosi pur della ribellione, ché di
ottanta tormentati ad pompavi nullo confessò, e quelli che morirò
nelli primi impeti per tormenti diabolici, dissero cose varie e
morendo si ritrattáro ad alta voce — e ci son presentate le fedi
di confessori.


Tutti poi fûr liberati; ed io rimasi solo per coprir l’errore di processanti al re ed al mondo. Non ho testimonio contra me se non uno morto che, per altra causa morendo su le forche, persuaso dal falso fiscale e confessore tornò in pregione e disse ''mirabilia et non subsistentia''. L’altri tutti si ritrattâro. Li
Tutti poi fúr liberati; ed io rimasi solo per coprir l’errore
di processanti al re ed al mondo. Non ho testimonio contra
me se non uno morto che, per altra causa morendo su le forche, persuaso dal falso fiscale e confessore tornò in pregione e
disse mirabilia et non subsistentia. L’altri tutti si ritrattáro. Li