Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/21: differenze tra le versioni

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S’io mi scuso, è peggio, ché mi aggiungon catene e guai:
S’io mi scuso, è peggio, ché mi aggiungon catene e guai: «''erunt duo in codem lecto: unus assumetur''», — ch’è fra Dionisio di can fatto lupo per gridi di mali pastori. — «''alias relinquetur''».
«erunt duo in codem lecto: unus assume tur», — ch’è fra Dionisio di can fatto lupo per gridi di mali pastori. — «alias
relinquetur».


Dopo sei mesi, dicendo che mi volea accusare, ottenni con arte di parlare alli reverendissimi nunzio e vescovo di Caserta. Alli quali m’accusai come — per mancanza dello spirito che trovai tra’ cristiani molto difformi dell’antichitá e profession nostra — mi rivolsi ad esaminar la fede con la filosofia pitagorica, stoica, epicurea, peripatetica, platonica, telesiana e di tutte sètte antiche e moderne, e con la legge delle genti antiche e d’ebrei, turchi, persiani, mori, chinesi, cataini, giaponesi, bracmani, peruani, messicani, abissini, tartari: e com’ho con tutte le scienze, finalmente, umane e divine assicurato me stesso e gli altri che la pura legge della natura è quella di Cristo, a cui solo li sacramenti son aggiunti per aiutar la natura a ben operare con la grazia di chi l’ha dati, e che son pur simboli naturali e credibili: e vidi come Dio lasciò tante sètte caminare, e la mancanza dello spirito in noi, e lo scompiglio della natura e suo fine. Onde son fatto possente a difensar con tutto il mondo il cristianesmo. Ché fui sentinella fin mo’ dell’opere di Dio: e come la divina Maestá disegna in questo tempo far una greggia ed un pastore, e ’l giudicio dell’errore di tante nazioni e quel che soprastá al cristianesmo, e li sintomi celesti e terrestri del mondo morituro per fuoco contra li filosofi con san Pietro ed Eraclito; la difficoltá del mondo nuovo e dell’incarnazione ed altri articuli difficultosi, l’esamina delle profezie e miracoli veri e falsi d’ogni sètta. E com’io ed altri fummo ingannati dal diavolo, aspettando scienza e libertá da lui, credendoci che fosse angelo e poi Dio, secondo si fingeva; e come, dopo lunga dieta, Dio benigno condescese al mio desiderio, che mai non fu maligno, se fu erroneo; e presentai memoriale di questa, e molti capi di cose faciende ad utile del cristianesmo.
Dopo sei mesi, dicendo che mi volea accusare, ottenni con
arte di parlare alli reverendissimi nunzio e vescovo di Caserta.
Alli quali m’accusai come — per mancanza dello spirito che
trovai tra’ cristiani molto difformi dell’antichitá e profession
nostra — mi rivolsi ad esaminar la fede con la filosofia pitagorica, stoica, epicurea, peripatetica, platonica, telesiana e di tutte
sètte antiche e moderne, e con la legge delle genti antiche e
d’ebrei, turchi, persiani, mori, chinesi, cataini, giaponesi, bracmani, peruani. messicani, abissini, tartari: e com’ho con tutte
le scienze, finalmente, umane e divine assicurato me stesso e gli
altri che la pura legge della natura è quella di Cristo, a cui
solo li sacramenti son aggiunti per aiutar la natura a ben operare con la grazia di chi l’ha dati, e che son pur simboli
naturali e credibili: e vidi come Dio lasciò tante sètte caminare, e la mancanza dello spirito in noi. e lo scompiglio della
natura e suo fine. Onde son fatto possente a difensar con tutto
il mondo il cristianesmo. Ché fui sentinella fin mo’ dell’opere
di Dio: e come la divina Maestá disegna in questo tempo far
una greggia ed un pastore, e ’l giudicio dell’errore di tante
nazioni e quel che soprastá al cristianesmo, e li sintomi celesti
e terrestri del mondo morituro per fuoco contra li filosofi con
san Pietro ed Eraclito; la difficoltá del mondo nuovo e dell’incarnazione ed altri articuli difficultosi, l’esamina delle profezie
e miracoli veri e falsi d’ogni sètta. E com’io ed altri fummo
ingannati dal diavolo, aspettando scienza e libertá da lui, credendoci che fosse angelo e poi Dio, secondo si fingeva; e
come, dopo lunga dieta, Dio benigno condescese al mio desiderio, che mai non fu maligno, se fu erroneo; e presentai
memoriale di questa, e molti capi di cose faciende ad utile
del cristianesmo.


Nondimeno monsignor nunzio rispose ch’ io era poco umile.
Nondimeno monsignor nunzio rispose ch’io era poco umile. Non so se l’ha fatto per provarmi; perché ben so ch’è scritto
Non so se l’ha fatto per provarmi; perché ben so ch’è scritto