Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/10: differenze tra le versioni

BrolloBot (discussione | contributi)
test caricamento
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|4|{{Sc|t. campanella}}|}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Ct|f=100%|t=2|v=1|II}}
{{Ct|f=100%|t=2|v=1|II}}
{{Ct|f=100%|v=1|{{Sc|A messf.r Lorenzo Usimbardi}}}}
{{Ct|f=100%|v=.5|{{Sc|A messer Lorenzo Usimbardi<br>
segretario del granduca Ferdinando I de’ Medici}}}}
SEGRETARIO DEL GRANDUCA FERDINANDO I DE’ MEDICI
{{Smaller block|class=is}}
All’indomani della sua partenza per Padova, lo ringrazia, con la speranza
di sdebitarsi delle cortesie ricevute da lui, e gli manifesta la sua
All’indomani della sua partenza per Padova, lo ringrazia, con la speranza di sdebitarsi delle cortesie ricevute da lui, e gli manifesta la sua ammirazione per la biblioteca di Ferdinando I.
</div>
ammirazione per la biblioteca di Ferdinando I.
Molto illustre signor mio sempre osservandissimo,
{{Ct|f=100%|v=1|t=1|L=0px|Molto illustre signor mio sempre osservandissimo,}}
Ho tanto obligo a Vostra Signoria che non voglio né posso levarmelo, poiché ogni cosa ch’io facessi sarebbe inferiore di lungi a quello, e sono tale, qual desidero esser obligato servitore sempre di persone meritevoli. Non dubito che continuamente mi favorisca appo Sua Altezza, così com’ha fatto in introdurme, e farmi la lettera al generale e quella favorevole al signor Baccio. Il quale m’ha fatto tante cortesie per grazia di Vostra Signoria e Sua Altezza serenissima ch’ancora a lui sono rimasto [con] non poco obligo. Spero un giorno all’uno ed all’altro far conoscere che son buono ancora a servire, come loro in favorirme. Non fa mistiero ch’io la sproni con prieghi seguiti, poiché la gentilezza propria le fa fare piú che chiederei io. Ho visto la libreria di Sua Altezza, ed è uno stupore del mondo assai piú che si dice. Di questo scrivo a Sua Altezza: Vostra Signoria mi favorisca darle la lettera.
Ho tanto obligo a Vostra Signoria che non voglio né
posso levarmelo, poiché ogni cosa ch’ io facessi sarebbe inferiore di lungi a quello, e sono tale, qual desidero esser obligato servitore sempre di persone meritevoli. Non dubito che
continuamente mi favorisca appo Sua Altezza, cosi com’ha
fatto in introdurme, e farmi la lettera al generale e quella
favorevole al signor Baccio. Il quale m’ha fatto tante cortesie
per grazia di Vostra Signoria e Sua Altezza serenissima ch’ancora a lui sono rimasto [con] non poco obligo. Spero un
giorno all’uno ed all’altro far conoscere che son buono ancora
a servire, come loro in favorirme. Non fa mistiero ch’ io la
sproni con prieghi seguiti, poiché la gentilezza propria le fa
fare piú che chiederei io. Ho visto la libreria di Sua Altezza,
ed è uno stupore del mondo assai piú che si dice. Di questo
scrivo a Sua Altezza: Vostra Signoria mi favorisca darle la
lettera.


Partirò, credo, dimane, ma non passerá l’altro.
Partirò, credo, dimane, ma non passerá l’altro.
Di Firenze, a di 15 di ottobre 1592.


{{Type|f=95%|{{gap|1em}}Di Firenze, a 15 di ottobre 1592.}}
Di V. S. molto illustre signor secretarlo

servitore obligatissimo
{{blocco a destra|{{Centrato|Di V. S. molto illustre signor secretario<br>
Fra Tomasso Campanella.
servitore obligatissimo<br>
{{Sc|Fra Tomasso Campanella.}}}}}}