Pagina:Viaggio sentimentale di Yorick (1813).djvu/259: differenze tra le versioni

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<section begin="VIII" />applicava al suo modo di vivere, derivavano azioni e parole degne di riso. Riferirò le poche di cui mi ricordo. Celebrava {{TestoCitato|Don Chisciotte della Mancia|don Chisciotte}} come beatissimo, perchè s’illudeva di gloria e d’amore. Cacciava i gatti perchè gli parevano più taciturni degli altri animali; li lodava nondimeno perchè profittavano della società come i cani e della libertà quanto i gufi. Teneva gli accattoni per più eloquenti di {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}} nella parte della perorazione, e periti fisionomi assai più di Lavater. Non credeva che chi abita accanto a un macellaro, o su le piazze de’ patiboli fosse persona da fidarsene. Credeva nell’ispirazione profetica, anzi presumeva di saperne le fonti. Incolpava il berretto, la vesta da camera e le pantofole de’ mariti della prima infedeltà delle mogli. Ripeteva (e ciò più che riso moverà a sdegno) che la favola d’Apollo scorticatore atroce di Marsia era allegoria sapientissima non tanto della pena dovuta agl’ignoranti prosontuosi, quanto della vendicativa invidia de’ dotti. Su di che allegava {{AutoreCitato|Diodoro Siculo}} lib. {{Sc|iii}} n. 59 dove, oltre la crudeltà del vincitore, si narrano i bassi raggiri co’ quali ei si procacciò la vittoria.<section end="VIII" />
<section begin="VIII" />applicava al suo modo di vivere, derivavano azioni e parole degne di riso. Riferirò le poche di cui mi ricordo. Celebrava {{TestoCitato|Opera:Don Chisciotte|don Chisciotte}} come beatissimo, perchè s’illudeva di gloria e d’amore. Cacciava i gatti perchè gli parevano più taciturni degli altri animali; li lodava nondimeno perchè profittavano della società come i cani e della libertà quanto i gufi. Teneva gli accattoni per più eloquenti di {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}} nella parte della perorazione, e periti fisionomi assai più di Lavater. Non credeva che chi abita accanto a un macellaro, o su le piazze de’ patiboli fosse persona da fidarsene. Credeva nell’ispirazione profetica, anzi presumeva di saperne le fonti. Incolpava il berretto, la vesta da camera e le pantofole de’ mariti della prima infedeltà delle mogli. Ripeteva (e ciò più che riso moverà a sdegno) che la favola d’Apollo scorticatore atroce di Marsia era allegoria sapientissima non tanto della pena dovuta agl’ignoranti prosontuosi, quanto della vendicativa invidia de’ dotti. Su di che allegava {{AutoreCitato|Diodoro Siculo}} lib. {{Sc|iii}} n. 59 dove, oltre la crudeltà del vincitore, si narrano i bassi raggiri co’ quali ei si procacciò la vittoria.<section end="VIII" />


IX. <section begin="IX" />E non dava migliori saggi del suo sapere. Asseriva, che le scienze erano una serie di<section end="IX" /> {{Pt|propo-|}}
IX. <section begin="IX" />E non dava migliori saggi del suo sapere. Asseriva, che le scienze erano una serie di<section end="IX" /> {{Pt|propo-|}}