Pagina:Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825 I.pdf/57: differenze tra le versioni

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{{Pt|ranze|speranze}} o sterili sospiri nemicizia e reità di stato. Della giunta di Napoli era giudice tra molti Bernardo Tanuccci, sconvenevole officio al grado e al nome, ma le prime ambizioni sono cieche.
LIBRO PRIMO
ranze o


T seggi della città, invitati, come indietro ho detto, e adunati a consiglio per proporre l’abolizione di alcune imposte, grati a Carlo ed ambiziosi, pur confessando il non soffribile peso delle presenti taglie pregavano a mantenerle; e di più a gradire gli universali sforzi nel donativo che offrivano di un milione di ducati. Così veniva frodato il comun bene dagli affetti ed interessi di quel solo ceto che mal rappresentava L’intero reame: avvegnachè il re per i bisogni della vicina spedizione di Sicilia, rendè grazie al consiglio, confermò le taglie, accettò il dono; e poco appresso que’ medesimi seggi imposero alla nazione gravezze nuove. I quali falli, troppe volte ripetuti ora da’ senati, ora da’ consigli de’ re, ora da’ ministri, generarono nel popolo il desiderio di tal cosa che fosse efficace nell’avvenire ad impedirli. E questo mi è piaciuto accennare su gli inizii della mia fatica per far procedere insieme co’ fatti la dimostrazione che i sociali sconvolgimenti sempre muovono da remote cagioni, crescono inosservati, e si palesano quando sono irrevocabili. Dimostrerà questa istoria (se la vita e le forze basteranno a’ concetti) che le opinioni, i bisogni, le opere, le rivoluzioni de’ Napoletani furono effetti necessarii delle presenti vicissitudini; e che la sapienza di governo consiste nel discernere in ogni tempo il vero stato di un popolo, non confidando in certe false specie di libertà o di obbedienza.
sterili sospiri


XXVIII. L’impresa di Sicilia fu stabilita e apprestata. Era in quell’isola vicerè per lo Impero il marchese Rubbi; e però che l’idea della guerra (contrastare al nemico per assedii) era comune ai due regni, reggeva la cittadella e i forti di Messina il principe di Lobkowitz, la fortezza di Siracusa il marchese Orsini di Roma, quella di Trapani il generale Carrera: pochi Alemanni guardavano il castello di Palermo e gli altri dell’isola. Il popolo ubbidiente a Cesare, desiderava Carlo per consueta voglia di novità e perchè l’odio a Tedeschi è antico e giusto nelle genti d’Italia. Era l’esercito spagnuolo pronto a muovere di quattordicimila soldati, fornito di artiglierie e di altri strumenti di campo e di assedio; molte navi correrebbero i mari dell’isola; duce supremo e vicerè per Carlo sarebbe il duca Montemar; duci minori, il conte di Marsillac ed il marchese di Grazia Reale; i popoli si speravano amici, la fortuna seconda. L’armata salpò da’ porti di Napoli e Baja il 23 di agosto di quell’anno 1734. A mezzo corso divisa, Montemar volse le prue a Palermo, Marsillac a Messina. Quando in Palermo si scoperse il navilio di Spagna, il vicerè imbarcò per Malta; i Tedeschi si chiusero nel castello; e il popolo, sciolto da’ freni della fedeltà e del

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nemicizia e reità di slato. Della giunta di

Bernardo Tanucci, sconvenevole
prime ambizioni sono cieche.

poli era giudice tra molli

grado e

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nome, ma

I seggi della città

,

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invitati

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indietro

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,

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e adunati a

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grati a Carlo

ed ambiziosi , pur confessando il non soffribile peso delle presenti
taglie pregavano a mantenerle; e di più a gradire gli universali
sforzi nel donativo che offrivano di un milione di ducati. Cosi veniva
frodato il comun bene dagli affetti ed interessi di quel solo ceto che
mal rappresentava V intero reame avvegnaché il re per i bisogni
della vicina spedizione di Sicilia rendè grazie al consiglio, confermò
accettò il dono e poco appresso que' medesimi seggi imle tagUe
:

,

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;

alla

nazione gravezze nuove.

ora da' senati

rono nel popolo

,

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E

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I quali falli,

ora da' consigli de' re
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troppe volte ripe-

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cosa che fosse efficace nell' avveè piaciuto accennare su gli inizii

per far procedere insieme co'

fatti la dimostrazione
che i sociali sconvolgimenti sempre muovono da remote cagioni
crescono inosservati, e si palesano quando sono irrevocabili. Dimostrerà questa istoria (se la vita e le forze basteranno a' concetti)
che le opinioni i bisogni le opere le rivoluzioni de' Napoletani

della

fatica

,

,

,

e che la sapienza
governo consiste nel discernere in ogni tempo il vero slato di un
popolo non confidando in certe false specie di libertà o di obbe-

furono

effetti

necessarii delle presenti vicissitudini

-,

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XXVIII. L'impresa

SiciUa fu stabilita e apprestata. Era in

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queir isola viceré per lo Impero

r idea della guerra

(

il marchese Rubbi
e però che
nemico per assedii ) era comune
cittadella e i forti di Messina il principe
;

contrastare al

due regni reggeva la
Lobkowitz la fortezza di Siracusa il marchese^^Orsini di Roma
quella di Trapani il generale Carrera pochi Alemanni guardavano
il castello di Palermo e gli altri dell'isola. Il popolo, ubbidiente a
Cesare, desiderava Carlo per consueta voglia di novità e perchè
r odio a' Tedeschi è antico e giusto nelle genti d' Italia. Era 1' esercito spagnuolo pronto a muovere di quattordicimila soldati
fornito
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campo e di assedio molte navi
duce supremo e viceré per Carlo

di artiglierie e di altri strumenti di

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i
mari dell' isola
duca Montemar duci minori il conte di Marsillac ed il
marchese di Grazia Reale i popoli si speravano amici la fortuna
seconda. L'armata salpò da' porti di Napoli e Baja il 23 di agosto di
quell'anno 1734. A mezzo corso divisa, Montemar volse le prue a
Palermo Marsillac a Messina. Quando in Palermo si scoperse ii
navilio di Spagna, il viceré imbarcò per Malfa i Tedeschi si chiusero nel castello e il popolo sciolto da' freni della fedeltà e. dei

correrebbero

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