Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/10: differenze tra le versioni
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<i>{{xx-larger|I}}l nuovo indirizzo dato agli studi critici della storia dai grandi eruditi del secolo XVII, e dal {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}}, dal {{AutoreCitato|Girolamo Tiraboschi|Tiraboschi}} e dal {{AutoreCitato|Scipione Maffei|Maffei}} sul principio del secolo scorso conduceva ad un vastissimo campo la operosità investigatrice degli Italiani. I monumenti della civiltà etrusca e romana venivano più alacremente disotterrati ed interpretati; i tesori delle leggi, degli statuti, delle cronache, dei documenti del medio evo, esplorati e messi in luce a comune profitto. Il fervore delle indagini istoriche si diffondeva nel medesimo tempo anche in questa nostra italiana regione, ed eccitava parecchi acuti e pazienti intelletti a raccogliere, a cernire, a illustrare le antiche memorie.</i> |
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''Primo a spargere vera luce di critica nelle cose nostre fu il {{AutoreCitato|Giovanni Benedetto Gentilotti|Gentilotti}}, amico del Muratori, del {{AutoreCitato|Bernard de Montfaucon|Montfaucon}} e dei più insigni filosofi dell’età sua'' († 1725). ''Seguirono il {{AutoreCitato|Girolamo Tartarotti|Tartarotti}}, il {{AutoreCitato|Giangiacomo Cresseri|Cresseri}}, il {{AutoreCitato|Clemente Baroni Cavalcabò|Baroni}}, il {{AutoreCitato|Benedetto Bonelli|Bonelli}}, l’{{AutoreCitato|Giuseppe Ippoliti|Ippoliti}} ed il {{AutoreCitato|Baldassarre Martini|Martini}}, e nei primi decenni del secolo presente il {{AutoreCitato|Benedetto Giovanelli|Giovanelli}}; gli uni risalendo alle origini della nostra gente e alle di lei vicissitudini durante l’Impero Romano; gli altri cercandone la vita'' |
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