Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/601: differenze tra le versioni

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{{Ct|V=2|Troia - Dinanzi al palazzo di Priamo.}}
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{{Ct|t=1|V=2|lh=1.4|''Entrano ''{{Sc|Troilo}} ''armato e'' {{Sc|Pandaro}}}}
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''Troil''. Chiama il mio scudiere: vuo’ togliermi queste armi di dosso. Perchè debbo io guerreggiare fuori delle mura di Troia, quando ho a sostenere combattimenti si crudeli qui nel mio seno? Il Troiano che è signore di sè vada al campo; il cuore di Troilo, oimè! non gli appartiene più.
''Troil''. Chiama il mio scudiere: vuo’ togliermi queste armi di dosso. Perchè debbo io guerreggiare fuori delle mura di Troia, quando ho a sostenere combattimenti crudeli qui nel mio seno? Il Troiano che è signore di sè vada al campo; il cuore di Troilo, oimè! non gli appartiene più.


''Pan''. Dovrò io intendere sempre questi lagni?
''Pan''. Dovrò io intendere sempre questi lagni?
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''Pan''. Ieri sera ella mi sembrò più bella dell’usato; più bella di ogni altra donna, ch’io abbia vista.
''Pan''. Ieri sera ella mi sembrò più bella dell’usato; più bella di ogni altra donna, ch’io abbia vista.


''Troil''. Voleva dirti... che quando il mio cuore aperto come da un violento sospiro stava per iscoppiare, nella tema che Ettore, o mio padre non mi sorprendessero, ho nascosto quel sospiro sotto le apparenze di un sorriso; così sorrìde il sole allorchè rischiara un nembo: ma il dolore cui vela un’apparente gaiezza è come una gioia che il destino muta di subito in rammarico.
''Troil''. Voleva dirti... che quando il mio cuore aperto come da un violento sospiro stava per iscoppiare, nella tema che Ettore, o mio padre non mi sorprendessero, ho nascosto quel sospiro sotto le apparenze di un sorriso; così sorride il sole allorchè rischiara un nembo: ma il dolore cui vela un’apparente gaiezza è come una gioia che il destino muta di subito in rammarico.