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<section begin="s1" />{{Anno di|{{Sc|Cristo}} CXLIX. Indizione II.|PIO papa 8.|ANTONINO PIO imperadore 12.}}
<section begin="s1" />{{Anno di|{{Sc|Cristo}} {{Sc|cxlix}}. Indizione {{Sc|ii}}.|{{Wl|Q83198|{{Sc|Pio}} papa}} 8.|{{Sc|{{Wl|Q1429|Antonino Pio}}}} imperadore 12.}}




{{Centrato|''Consoli''}}
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{{Centrato|{{Sc|Servio Scipione Orfito}} e {{Sc|Quinto Nonio Prisco}}}}
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Se crediamo al {{AutoreCitato|Adriaan Reland|Relando}}<ref>{{AutoreCitato|Adriaan Reland|Reland.}}, Fast. Consular.</ref>, il primo console fu ''Sergio Scipione Orfito''; in prova di che egli cita quattro iscrizioni della Raccolta di {{AutoreCitato|Marquard Gude|Marquardo Gudio}}, nelle quali chiaramente si legge ''Sergio''. Ma io torno a dire (e ne chieggo perdono): convien andar cauto a fidarsi de’ marmi del Gudio, dati alla luce pochi anni sono. A buon conto la prima di quelle iscrizioni, che si dice data sotto questi consoli, è patentemente falsa, perchè vi si parla delle ''Terme Costantiniane'', che certo non erano per anche nate. Ho io dunque dato ad esso ''Orfito'' il prenome di ''Servio'', perchè nelle iscrizioni rapportate dal {{AutoreCitato|Onofrio Panvinio|Panvinio}} e dal {{AutoreCitato|Jan Gruter|Grutero}} si legge SER. che significa ''Servio'' e non ''Sergio''. Pensa il {{AutoreCitato|Enrico Noris|Noris}}<ref>{{AutoreCitato|Enrico Noris|Noris}}, Epist. Consulari.</ref> che questo console s’abbia da appellare ''Sergio Vettio Scipione Orfito''. Del prenome ho parlato. Per conto del nome di ''Vettio'', lo reputo cosa dubbiosa. Anche lo {{AutoreCitato|Jacob Spon|Spon}}<ref>{{AutoreCitato|Jacob Spon|Sponius}}, {{TestoCitato|Miscellanea eruditae antiquitatis|Section. III, num. 28.}}</ref> rapporta un’iscrizione, in cui il secondo console è appellato ''Sosio Prisco''. Sarebbe da vedere, se quella fosse un’iscrizione sicura, in cui comparisce un liberto di {{Wl|Q1421|Tito}} Augusto, cioè di un principe morto sessanta anni prima. In ogni caso col {{AutoreCitato|Raffaele Fabretti|Fabretti}} si può immaginare ch’egli fosse chiamato ''Nonio Sosio Prisco''. In un mattone antico da me rapportato<ref>{{TestoCitato|Thesaur. Nov. Inscription., pag 330, n. 3.}}</ref> egli vien chiamato ''Priscino'', o per vezzo o per distinguerlo da un altro ''Prisco''. Parlando le medaglie<ref>{{AutoreCitato|Francesco Mezzabarba Birago|Mediobarbus}}, in Numism. Imperat</ref> di quest’anno di una munificenza usata dall’imperadore Antonino al popolo romano, stima il padre {{AutoreCitato|Antoine Pagi|Pagi}}<ref>{{AutoreCitato|Antoine Pagi|Pagius}}, in {{TestoCitato|Crit. Baron.}}</ref> ciò fatto per la celebrazione dei decennali dell’imperio cesareo di {{Wl|Q1430|Marco Aurelio}}. Se sia vero, niuno lo potrà dire. Piena avea la testa esso padre Pagi di quinquennali, decennali, quindecennali, vicennali, ec. tutto riferendo ad essi; ma non poco è da diffalcare dalle regole sue.


Se crediamo al Relando<ref>{{AutoreCitato|Adriaan Reland|Reland.}}, Fast. Consultar.</ref>, il primo console fu ''Sergio Scipione Orfito''; in prova di che egli cita quattro iscrizioni della Raccolta di {{AutoreCitato|Marquard Gude|Marquardo Gudio}}, nelle quali chiaramente si legge ''Sergio''. Ma io torno a dire (e ne chieggo perdono): convien andar cauto a fidarsi de’ marmi del Gudio, dati alla luce pochi anni sono. A buon conto la prima di quelle iscrizioni, che si dice data sotto questi consoli, è patentemente falsa, perchè vi si parla delle ''Terme Costantiniane'', che certo non erano per anche nate. Ho io dunque dato ad esso ''Orfito'' il prenome di ''Servio'', perchè nelle iscrizioni rapportate dal Panvinio e dal {{AutoreCitato|Jan Gruter|Grutero}} si legge SER. che significa ''Servio'' e non ''Sergio''. Pensa il Noris<ref>{{AutoreCitato|Enrico Noris|Noris}}, Epist. Consulari.</ref>che questo console s’abbia da appellare ''Sergio Vettio Scipione Orfito''. Del prenome ho parlato. Per conto del nome di ''Vettio'', lo reputo cosa dubbiosa. Anche lo Spon<ref>{{AutoreCitato|Jacob Spon|Sponius}}, {{TestoCitato|Miscellanea eruditae antiquitatis|Section. III, num. 28.}}</ref> rapporta un’iscrizione, in cui il secondo console è appellato ''Sosio Prisco''. Sarebbe da vedere, se quella fosse un’iscrizione sicura, in cui comparisce un liberto di Tito Augusto, cioè di un principe morto sessanta anni prima. In ogni caso col Fabretti si può immaginare ch’egli fosse chiamato ''Nonio Sosio Prisco''. In un mattone antico da me rapportato<ref>{{TestoCitato|Thesaur. Nov. Inscription., pag 330, n. 3.}}</ref> egli vien chiamato ''Priscino'', o per vezzo o per distinguerlo da un altro ''Prisco''. Parlando le medaglie<ref>{{AutoreCitato|Francesco Mezzabarba Birago|Mediobarbus}}, in Numism. Imperat</ref> di quest’anno di una munificenza usata dall’imperadore Antonino al popolo romano, stima il padre Pagi<ref>{{TestoCitato|Pagius, in Crit. Baron.}}</ref> ciò fatto per la celebrazione dei decennali dell’imperio cesareo di Marco Aurelio. Se sia vero, niuno lo potrà dire. Piena avea la testa esso padre Pagi di quinquennali, decennali, quindecennali, vicennali, ec. tutto riferendo ad essi; ma non poco è da diffalcare dalle regole sue.
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<section begin="s2" />{{Anno di|{{Sc|Cristo}} CL. Indizione III.|ANICETO papa 1.|ANTONINO PIO imperadore 13.}}
<section begin="s2" />{{Anno di|{{Sc|Cristo}} {{Sc|cl}}. Indizione {{Sc|iii}}.|{{Sc|{{Wl|Q546590|Aniceto}}}} papa 1.|{{Sc|{{Wl|Q1429|Antonino Pio}}}} imperadore 13.}}




{{Centrato|''Consoli''}}
{{Centrato|''Consoli''}}
{{Centrato|{{Sc|Gallicano}} e {{Sc|Vetere}}}}
{{Centrato|{{Sc|{{Wl|Q765988|Gallicano}}}} e {{Sc|{{Wl|Q2111068|Vetere}}}}}}
Il pronome e nome di questi consoli son tuttavia incerti. Ha creduto il {{AutoreCitato|Onofrio Panvinio|Panvinio}}<ref>{{AutoreCitato|Onofrio Panvinio|Panvinius}}, in Fatis Consul.</ref>, che il secondo si chiamasse ''Cajo Antistio Vetere'', perchè si trova sotto {{Wl|Q1423|Domiziano}} un personaggio di tal nome. La conghiettura è assai debole. Meno si può accordare al {{AutoreCitato|Louis-Sébastien Le Nain de Tillemont|Tillemont}}<ref>{{AutoreCitato|Louis-Sébastien Le Nain de Tillemont|Tillemont}}, Mémoires des Empereurs</ref>, il chiamare il primo di questi consoli ''Glabrione Gallicano'', e al {{AutoreCitato|Francesco Bianchini|Bianchini}}<ref>{{AutoreCitato|Francesco Bianchini|Blanc}}., ad Anastas. Bibliotechar</ref> l’appellarlo ''Quinto Romulo Gallicano'', senza che essi ne adducano pruove sufficienti. Nell’anno presente, secondo i conti del medesimo Bianchini, passò a miglior vita ''{{Wl|Q83198|s. Pio}}'' pontefice romano, coronato col martirio, e sulla cattedra di san Pietro fu posto ''Aniceto''. Truovansi medaglie battute in quest’anno dal senato e popolo romano<ref>{{AutoreCitato|Francesco Mezzabarba Birago|Mediobarbus}}, in Numism. Imperator.</ref>, in cui vien dato ad Antonino Pio il titolo di ''Ottimo Principe''; e si dice che egli ha accresciuto il numero de’ cittadini. Ben giustamente si meritò questo imperadore un sì glorioso titolo, perchè egli spendeva tutti i suoi pensieri e le sue applicazioni per procurare il pubblico bene, tanto di Roma, quanto di tutte le provincie dell’imperio romano<ref>{{AutoreCitato|Giulio Capitolino|Capitolinus}}, in Antonio Pio.</ref>. Sapeva egli esattamente lo stato d’esse provincie, e quanto se ne ricavava. Raccomandava agli esattori de’ tributi di procedere senza rigore, molto più senza avanie nel loro uffizio; e qualora mancavano<section end="s2" />


Il pronome e nome di questi consoli son tuttavia incerti. Ha creduto il Panvinio<ref>{{AutoreCitato|Onofrio Panvinio|Panvinius, in Fatis Consul.}}</ref>, che il secondo si chiamasse ''Cajo Antistio Vetere'', perchè si trova sotto Domiziano un personaggio di tal nome. La conghiettura è assai debole. Meno si può accordare al Tillemont<ref>{{AutoreCitato|Louis-Sébastien Le Nain de Tillemont|Tillemont}}, Mémoires des Empercurs</ref>, il chiamare il primo di questi consoli ''Glabrione Gallicans'', e al Bianchini<ref>{{AutoreIgnoto|Blanc.}}, ad Anastas. Bibliotechar</ref> l’appellarlo ''Quinto Romulo Gallicano'', senza che essi ne adducano pruove sufficienti. Nell’anno presente, secondo i conti del medesimo Bianchini, passò a miglior vita ''s. Pio'' pontefice romano, coronato col martirio, e sulla cattedra di san Pietro fu posto ''Aniceto''. Truovansi medaglie battute in quest’anno dal senato e popolo romano<ref>{{AutoreCitato|Francesco Mezzabarba Birago|Mediobarbus}}, in Numism. Imperator.</ref>, in cui vien dato ad Antonino Pio il titolo di ''Ottimo Principe''; e si dice che egli ha accresciuto il numero de’ cittadini. Ben giustamente si meritò questo imperadore un sì glorioso titolo, perchè egli spendeva tutti i suoi pensieri e le sue applicazioni per procurare il pubblico bene, tanto di Roma, quanto di tutte le provincie dell’imperio romano<ref>{{AutoreCitato|Giulio Capitolino|Capitolinus}}, in Antonio Pio.</ref>. Sapeva egli esattamente lo stato d’esse provincie, e quanto se ne ricavava. Raccomandava agli esattori de’ tributi di procedere senza rigore, molto più senza avanie nel loro uffizio; e qualora mancavano<section end="s2" />
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