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{{Ct|t=0|v=1.5|Milano, il cortile del palazzo.}} |
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{{Ct|t=0|v=1.5|''Entra'' {{Sc|Proteo}}.}} |
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⚫ | ''Prot''. Ho già ingannato Valentino, forza è del pari che io tradisca Turio. Sotto sembianza di parlare in favor suo ho la libertà d’intrattener Silvia del mio amore; ma Silvia ha l’anima troppo bella, troppo sincera, troppo candida per lasciarsi sedurre dai miei detti. Allorchè io le prometto una fedeltà inviolabile, ella mi garrisce per aver tradito il mio amico. Quando le giuro un eterno amore, mi rammenta i giuramenti sacri che aveva fatti a Giulia, che amavo, e che ho violati; nondimeno, ad onta di tutti questi rimproveri, di cui ognuno dovrebbe bastare a pormi fuor di speranza, più ella disprezza il mio amore, e più esso cresce e diviene impetuoso. — Ma ecco Turio, bisogna che andiamo a cantare sotto le finestre della bella, e che al suono de’ più dolci istrumenti le diamo questa notte un concerto armonioso. {{Ids|(entra}} {{Sc|Turio}} {{Ids|coi musici)}} |
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Entra Proteo. |
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⚫ | ''Prot''. Ho già ingannato Valentino, forza è del pari che io tradisca |
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''Prot''. Errate, senza amore non verrei qui. |
''Prot''. Errate, senza amore non verrei qui. |
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''Tur'' |
''Tur''. E chi amate voi dunque? Silvia? |
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''Prot''. Sì, Silvia... ma per voi. |
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''Giul''. In verità, albergatore, è |
''Giul''. In verità, albergatore, è perchè non posso essere allegro. |
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''Ost''. Or ora lo diverrete: fra poco udirete buona musica e vedrete il gentiluomo di cui cercate. |
''Ost''. Or ora lo diverrete: fra poco udirete buona musica e vedrete il gentiluomo di cui cercate. |