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pompeo in egitto 31

Fronde d’arida canna accesa fiamma
Si propaga, e si accresce, e appoco appoco
In vortici fumanti al ciel s’innalza;
Tal lo spavento ovunque scorre, e fatto
D’ogni animo signor confonde, e mesce
La città tutta. Ognun di già vicino
Teme l’ultimo istante, ognun tremando
Corre all’amico amplesso, e il crede estremo.

Eh qual difesa mai da’ tali schiera
Sperar puote Pompeo? d’Egitto forse
Nella virtude egli confida? ah questa
Troppo è folle lusinga: eh qual dal forte
Vittorioso nemico oltraggio, o danno
Tolomèo ricevè?...

Teodoto
Nò, mal conosci
Del nostro Rege il cuor: si pugni e cada,
Vinto l’Egitto, eh che perciò? si serbi
La data fè, de’ beneficj suoi
Questa a Pompeo mercè si renda, ei, vegga
Quanto possa Alessandria, e quale alberghi
Pietade in questa Reggia: i sensi sono
Questi di Tolomèo; ma qual del forte
Invitto Dittator la possa, e l’armi
Quale affrontar vorrà? dunque l’Egitto
A un Romano stranier sacrare il sangue
E la vita dovrà? privo di speme
Di vittoria, e trionfo indarno dunque
Ei pugnerà, cadran le genti estinte
Per appagar di un insensato il folle
Temerario desio? deh ceda alfine