Pagina:Gli sposi promessi II.djvu/115: differenze tra le versioni

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altri. Toni fece un severo precetto a <ref>Menico</ref> Gervaso e alle sue donne di non parlare, e <ref>[segui] pose</ref> fu egli stesso molto fedele a questo suo precetto, di cui sentiva l’importanza; appena uno sperimentato osservatore avrebbe potuto arguire ch’egli sapeva qualche cosa più degli altri dal poco chiedere ch’egli faceva, e dal suo ristringersi nelle spalle protestando di non saper nulla quando altri ne lo chiedeva. «Io attendo ai fatti miei,» rispondeva Toni, «che volete ch’io sappia?» Don Abbondio <ref>aveva la sua</ref> era ricorso al suo ripiego diplomatico di porsi a letto e di sviare <ref>gli</ref> i curiosi. Se ne stava egli ora cheto cheto, maladicendo la <ref>sua</ref> malaventura, che negli ultimi suoi giorni gli faceva scontare <ref>quella po</ref> quel poco di bene che aveva goduto negli anni passati, e <ref>gli</ref> rendeva inutili <ref>inutile [lo studio] | le cure della prudenza</ref> tutte le cure della
altri. Toni fece un severo precetto a<ref>Menico</ref> Gervaso e alle sue donne di non parlare, e<ref>[seguì] pose</ref> fu egli stesso molto fedele a questo suo precetto, di cui sentiva l’importanza; appena uno sperimentato osservatore avrebbe potuto arguire ch’egli sapeva qualche cosa più degli altri dal poco chiedere ch’egli faceva, e dal suo ristringersi nelle spalle protestando di non saper nulla quando altri ne lo chiedeva. «Io attendo ai fatti miei,» rispondeva Toni, «che volete ch’io sappia?» Don Abbondio<ref>aveva la sua</ref> era ricorso al suo ripiego diplomatico di porsi a letto e di sviare<ref>gli</ref> i curiosi. Se ne stava egli ora cheto cheto, maladicendo la<ref>sua</ref> mala ventura, che negli ultimi suoi giorni gli faceva scontare<ref>quella po</ref> quel poco di bene che aveva goduto negli anni passati, e<ref>gli</ref> rendeva inutili <ref>inutile [lo studio] | le cure della prudenza</ref> tutte le cure della sua prudenza.<ref>Talvolta</ref> Di tempo in tempo <ref>[rigettava] rimproverava</ref> rimbrottava Perpetua, e accagionava della sua disgrazia la cervellinaggine di quella. Ma Perpetua non penuriava di argomenti, per provare al padrone che la colpa doveva ricadere tutta sopra di lui; e il combattimento finiva per stanchezza d’ambe le parti. Questi piati però non uscivano dalle mura di Don Abbondio, perché era interesse troppo evidente d’ambe le parti di sopire l’affare e di stornare i sospetti<ref>sopra tuttaltro che sulla</ref> dalla verità. Ma tra<ref>chi sapeva</ref> coloro che erano stati in parte testimonj ed attori di tutta quella scena ve n’era uno, a cui l’esperienza non aveva potuto ancora<ref>''Sic.''</ref> dare le profonde idee di prudenza, che il tempo e i casi avevano apprese a Toni e a Don Abbondio. Sa il cielo se il lettore si ricorda di quel garzoncello spedito da Agnese al Padre Cristoforo, e mandato da questo ad avvertire Lucia del pericolo che le<ref>insegnare l'importanza del silenzio in certi casi</ref> soprastava, di quel picciolo Menico che<ref>aveva servito le</ref> era stato nelle tenebre guida dei fuggitivi. Menico il quale era pur dolente della fuga delle sue parenti ma che almeno in questa sventura<ref>aveva n</ref> aveva avuta la felice occasione di far qualche cosa, non<ref>seppe</ref> ebbe pace finché non confidò quello che aveva fatto a dei ragazzi suoi coetanei,<ref>che fece</ref> i quali venivano a contargli le congetture che avevano intese, e ai quali egli aveva da raccontare qualche cosa
sua prudenza. <ref>Talvolta</ref> Di tempo in tempo <ref>[rigettava] rimproverava</ref> rimbrottava Perpetua, e accagionava della sua disgrazia la cervellinaggine di quella. Ma Perpetua non penuriava di argomenti, per provare al
padrone che la colpa doveva ricadere tutta sopra di lui; e il combattimento finiva per stanchezza d’ambe le parti. Questi piati però non uscivano dalle mura di Don Abbondio, perché era interesse troppo evidente d’ambe le parti di
sopire l’affare e di stornare i sospetti <ref>sopra tuttaltro che sulla</ref>
dalla verità. Ma tra <ref>chi sapeva</ref> coloro che erano stati in parte testimoni ed attori di tutta quella scena ve n’era uno, a cui l’esperienza non aveva potuto ancora <ref>''Sic.''</ref> dare le profonde idee di prudenza, che il tempo e i casi avevano apprese a Toni e a Don Abbondio. Sa il cielo se il lettore si ricorda di quel garzoncello spedito da Agnese al Padre Cristoforo, e mandato da questo ad avvertire Lucia del pericolo che le <ref>insegnare l'importanza del silenzio in certi casi</ref> soprastava, di quel picciolo Menico che <ref>aveva servito le</ref> era stato nelle tenebre guida dei fuggitivi. Menico il quale era pur dolente della fuga delle sue parenti ma che almeno in questa sventura <ref>aveva n</ref> aveva avuta la felice occasione di far qualche cosa, non <ref>seppe</ref> ebbe pace finché non confidò quello che aveva fatto a dei ragazzi suoi coetanei, <ref>che fece</ref> i quali venivano a contargli le congetture che avevano intese, e ai quali egli aveva da raccontare qualche cosa