Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/28: differenze tra le versioni

BrolloBot (discussione | contributi)
test caricamento
 
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|22|{{Sc|memorie di famiglia}}|}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
promesso, e ne mandò duemila cavalli a Parma perché fussino presti quando accadessi, a ogni requisizione de’ fiorentini, ma eziandio, quando intese Bartolommeo avere passato Po ed adirizzarsi verso Romagna, lo sequitò coll’altre genti e si congiunse in Romagna col signore Federigo di Urbino capitano della lega; ed a messer Luigi fu commesso rimanessi in campo commessario. Dove stato qualche settimana, chiese con grande instanzia licenzia, ed ottenutola se ne venne a Firenze; e credo ne fussi cagione perché dubitassi el campo non avessi qualche sinistro, e massime rispetto a’ portamenti del duca Galeazzo, quale era giovane e portavasi come giovane.
promesso, e ne mandò duemila cavalli a Parma perché fussino

presti quando accadessi, a ogni requisizione de’ fiorentini, ma
Sendo di poi succeduto el fatto d’arme alla Mulinella, e la furiosa ritornata del duca verso Milano con gran dispiacere ed alterazione di tutta la lega, e stando e’ bolognesi molto male contenti, vi fu mandato messer Luigi a confortargli ed a tenergli fermi a’ favori della lega, e secondo la commessione sua vi stette pochi dí, e lasciògli molto male disposti.
eziandio, quando intese Bartolommeo avere passato Po ed adirizzarsi verso Romagna, lo sequitò coll’altre genti e si congiunse in Romagna col signore Federigo di Urbino capitano

della lega; ed a messer Luigi fu commesso rimanessi in campo
L’anno sequente 1468 fu mandato imbasciadore a Siena a dolersi che davano ricetto agli usciti nostri, che era cagione di suscitare materia di qualche scandolo, ed a confortargli volessino bene vicinare, e stettevi pochi dí.
commessario. Dove stato qualche settimana, chiese con grande

instanzia licenzia, ed ottenutola se ne venne a Firenze; e credo
Successe lo anno 1469 in Italia novitá, e questo è che sendo Ruberto signore di Rimino condotto a’ soldi della lega, cioè re, duca e fiorentini, e loro avendogli promessa la protezione del suo stato, e questo sendo sommamente dispiaciuto a papa Paolo che del continuo cercava insignorirsi di quella cittá, e dubitandosi che col favore de’ viniziani non mandassi le genti sue a campo a Rimino, come di poi fece; fu mandato messer Luigi a Milano per intendersi con quello signore alle difese di Rimino, ed a pensare modo che quando gli avversari si movessino, avessino a difendersi in casa loro, non a infestare quelle di altri. Fu veduto da quel signore molto allegramente, e volle fussi suo compare al primogenito che gli nacque, non in nome di oratore, ma come messer Luigi, e trovando poi quel signore circa agli effetti perché vi era stato mandato, in opinione diversa colla cittá, e freddo alla
ne fussi cagione perché dubitassi el campo non avessi qualche
sinistro, e massime rispetto a’ portamenti del duca Galeazzo,
quale era giovane e portavasi come giovane.
Sendo di poi succeduto el fatto d’arme alla Mulinella, e
la furiosa ritornata del duca verso Milano con gran dispiacere ed alterazione di tutta la lega, e stando e’ bolognesi molto
male contenti, vi fu mandato messer Luigi a confortargli ed
a tenergli fermi a’ favori della lega, e secondo la commessione sua vi stette pochi di, e lasciògli molto male disposti.
L’anno sequente 1468 fu mandato imbasciadore a Siena
a dolersi che davano ricetto agli usciti nostri, che era cagione
di suscitare materia di qualche scandolo, ed a confortargli
volessino bene vicinare, e stettevi pochi di.
Successe lo anno 1469 in Italia novitá, e questo è che
sendo Ruberto signore di Rimino condotto a’ soldi della lega,
cioè re, duca e fiorentini, e loro avendogli promessa la protezione del suo stato, e questo sendo sommamente dispiaciuto
a papa Paolo che del continuo cercava insignorirsi di quella
cittá, e dubitandosi che col favore de’ viniziani non mandassi
le genti sue a campo a Rimino, come di poi fece; fu mandato messer Luigi a Milano per intendersi con quello signore
alle difese di Rimino, ed a pensare modo che quando gli avversari si inovessino, avessino a difendersi in casa loro, non
a infestare quelle di altri. Fu veduto da quel signore molto
allegramente, e volle fussi suo compare al primogenito che
gli nacque, non in nome di oratore, ma come messer Luigi,
e trovando poi quel signore circa agli effetti perché vi era
stato mandato, in opinione diversa colla cittá, e freddo alla