Pagina:La Dalmazia e l'Italia. Ora o non più.djvu/6: differenze tra le versioni

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Innanzi tutto, invitiamo il lettore a non prestare una fede assoluta ai censimenti manipolati dall’Austria. Gli italiani sono stati macellati come pecore. Era nel piano dell’Austria lo slavizzare con ogni mezzo lecito o illecito la nobile regione. Quindi truffe nell’anagrafe, truffe nei risultati elettorali, cambiamenti forzati di nomi di persone e di luoghi, soppressione barbara di tutte le scuole italiane. Dove il municipio è slavo si sopprimono, sulla carta, i nostri connazionali. La verità è che, su seicentomila dalmati, circa i due terzi sono montanari, morlacchi o uscocchi estremamente rozzi, privi di qualsiasi sentimento di nazionalità: e di loro una parte di origine valacchi, affini ai romeni. Dei restanti duecento mila, cioè la parte relativamente colta e cosciente della Dalmazia, una metà hanno una cultura ed una civiltà miste, slava e italiana (con enorme prevalenza di quest’ultima); gli altri sono in gran maggioranza italiani: sessantamila contro forse quarantamila slavi. Le nostre cifre non sono sballate a caso. Gl’italiani han raccolto nelle ultime elezioni a suffragio universale oltre seimila voti. Siccome appena il 50 per cento degli elettori si presentò alle urne, può calcolarsi che gl'italiani aventi diritto di voto sieno almeno dodicimila. E siccome, in Austria e altrove, fu matematicamente calcolato esservi in media un elettore ogni cinque abitanti, è facile stabilire che i nostri connazionali dalmati sono, nella peggiore delle ipotesi, sessantamila. Ad ogni modo gli italiani prevalgono assolutamente nelle città costiere, ove si accentra la vita e la civiltà di Dalmazia.
Innanzi tutto, invitiamo il lettore a non prestare
una fede assoluta ai censimenti manipolati dall’Austria.
Gli italiani sono stati macellati come pecore. Era nel
piano dell’Austria lo slavizzare con ogni mezzo lecito
o illecito la nobile regione. Quindi truffe nell’anagrafe,
truffe nei risultati elettorali, cambiamenti forzati di nomi
di persone e di luoghi, soppressione barbara di tutte
le scuole italiane. Dove il municipio è slavo si sopprimono,
sulla carta, i nostri connazionali. La verità è che, su
seicentomila dalmati, circa i due terzi sono montanari,
morlacchi o uscocchi estremamente rozzi, privi di qualsiasi
sentimento di nazionalità: e di loro una parte di origine
valacchi, affini ai romeni. Dei restanti duecento mila,
cioè la parte relativamente colta e cosciente della
Dalmazia, una metà hanno una cultura ed una civiltà
miste, slava e italiana (con enorme prevalenza di quest’ultima); gli altri sono in gran maggioranza italiani:
sessantamila contro forse quarantamila slavi. Le nostre
cifre non sono sballate a caso. Gl’italiani han raccolto
nelle ultime elezioni a suffragio universale oltre seimila
voti. Siccome appena il 50 per cento degli elettori si presentò
alle urne, può calcolarsi che gl'italiani aventi
diritto di voto sieno almeno dodicimila. E siccome,
in Austria e altrove, fu matematicamente calcolato
esservi in media un elettore ogni cinque abitanti, è
facile stabilire che i nostri connazionali dalmati sono,
nella peggiore delle ipotesi, sessantamila. Ad ogni modo
gli italiani prevalgono assolutamente nelle città costiere,
ove si accentra la vita e la civiltà di Dalmazia.


E almeno gli slavi dalmati fossero tutti compatti, formassero un gruppo unico e solido contro la latinità! Essi sono straziati da insanabili dissidi politici, etnici e religiosi: al nord e al centro sono partigiani dell’unione con la Croazia, austriacanti e cattolici; al sud si proclamano apertamente serbi, adoperano i caratteri cirillici,
E almeno gli slavi dalmati fossero tutti compatti,
formassero un gruppo unico e solido contro la latinità!
Essi sono straziati da insanabili dissidi politici, etnici e
religiosi: al nord e al centro sono partigiani dell’unione
con la Croazia, austriacanti e cattolici; al sud si proclamano
apertamente serbi, adoperano i caratteri cirillici,