Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/17: differenze tra le versioni

BrolloBot (discussione | contributi)
test caricamento
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione||{{Sc|memorie di famiglia}}|11}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
lega fra noi e viniziani finiva, la quale si rinnovò per piú
lega fra noi e viniziani finiva, la quale si rinnovò per piú tempo, stettevi stanziale forse uno anno.

tempo, stettevi stanziale forse uno anno.
Passando di poi lo imperadore Sigismondo in Italia in favore del duca e per pigliare la corona, e sendo venuto a Lucca, e sendosi la cittá ristretta col papa a tenere che le sue genti non potessino passare piú innanzi, fu mandato commessario nel campo; e di poi sendo lo imperadore passato a Siena e dando qualche intenzione volersi accordare colla cittá con condizioni oneste, vi fu mandato imbasciadore, prima solo, e di poi vi tornò in compagnia di Agnolo di Filippo Pandolfini; stettevi pochi dí e sanza conclusione. Fu ancora intorno a questi tempi mandato commessario a Volterra, per essere Niccolò Piccinino e le genti del duca in quelle bande.
Passando di poi lo imperadore Sigismondo in Italia in

favore del duca e per pigliare la corona, e sendo venuto a
Successe di poi la novitá del 1433, quando fu cacciato Cosimo de’ Medici; ed a lui, per essersi poco innanzi congiunto con Cosimo e fatto parentado seco, sarebbe forse stato fatto villania, se non che messer Giovanni suo fratello e che era colla parte contraria a Cosimo, lo difese ed aiutollo; e sendo in quello anno tratto podestá di Pontasieve, accettò per levarsi di Firenze, dove oltre a non avere faccenda era sospetto ed esoso allo stato che reggeva. Attese in quello tempo insieme con piú altri, de’ quali furono e’ capi Neri di Gino, che era suo amicissimo, ed Alamanno Salviati e Luca di messer Maso, a praticare di rimettere Cosimo, e tanto operorno che l’anno sequente la signoria lo rimesse; e sollevandosi la parte avversa, lui insieme co’ sopranominati riprese le arme.
Lucca, e sendosi la cittá ristretta col papa a tenere che le

sue genti non potessino passare piú innanzi, fu mandato commessario nel campo; e di poi sendo lo imperadore passato a
Ebbe poi nella cittá grandissima autoritá, e doppo Cosimo e Neri di Gino fu el primo uomo della cittá, e truovo molte lettere di usciti che raccomandavono, e di altri che avevono a fare colla cittá, diritte a Cosimo, Neri e lui; e come messer Giovanni suo fratello aveva difeso lui, cosí lui non gli lasciò fare male alcuno, né di confini né di essere ammunito, con tutto che non solo e’ capi di quella parte, ma ''etiam'' quasi tutti gli attinenti furono mandati via.
Siena e dando qualche intenzione volersi accordare colla cittá

con condizioni oneste, vi fu mandato imbasciadore, prima
solo, e di poi vi tornò in compagnia di Agnolo di Filippo
Pandolfini; stettevi pochi di e sanza conclusione. Fu ancora
intorno a questi tempi mandato commessario a Volterra, per
essere Niccolò Piccinino e le genti del duca in quelle bande.
Successe di poi la novitá dei 1433, quando fu cacciato
Cosimo de’ Medici; ed a lui, per essersi poco innanzi congiunto con Cosimo e fatto parentado seco, sarebbe forse stato
fatto villania, se non che messer Giovanni suo fratello e che
era colla parte contraria a Cosimo, lo difese ed aiutollo; e
sendo in quello anno tratto podestá di Pontasieve, accettò per
levarsi di Firenze, dove oltre a non avere faccenda era sospetto ed esoso allo stato che reggeva. Attese in quello tempo
insieme con piú altri, de’ quali furono e’ capi Neri di Gino,
che era suo amicissimo, ed Alamanno Salviati e Luca di messer Maso, a praticare di rimettere Cosimo, e tanto operorno
che l’anno sequente la signoria lo rimesse; e sollevandosi la
parte avversa, lui insieme co’ sopranominati riprese le arme.
Ebbe poi nella cittá grandissima autoritá, e doppo Cosimo e Neri di Gino fu el primo uomo della cittá, e truovo
molte lettere di usciti che raccomandavono, e di altri che
avevono a fare colla cittá, diritte a Cosimo, Neri e lui; e come
messer Giovanni suo fratello aveva difeso lui, cosi lui non
gli lasciò fare male alcuno, né di confini né di essere ammunito, con tutto che non solo e’ capi di quella parte, ma etiam
quasi tutti gli attinenti furono mandati via.
Andò di poi nel 1437 imbasciadore e commessario a Reggio al conte Francesco Sforza, che vi era andato a instanzia
Andò di poi nel 1437 imbasciadore e commessario a Reggio al conte Francesco Sforza, che vi era andato a instanzia