Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/15: differenze tra le versioni

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a loro viaggio. Fugli posta una taglia grande, la quale non si pagando perché a messer Luigi pareva troppa somma, e massime sendovi ito a suo dispetto, e sperava forse che col tempo sarebbono contenti a minore quantitá, accadde che messer Luigi amalò e morì; e nella infermitá sua non ricordava altro che Piero, e ordinò fussi riscosso; e così fu di poi che si pagò di taglia ducati tremila, e’ quali credo andassino a conto di tutta la ereditá di messer Luigi per suo ordine, non a conto proprio di Piero; pure questo non so certo.
a loro viaggio. Fugli posta una taglia grande, la quale non

si pagando perché a messer Luigi pareva troppa somma, e
Tornato a Firenze, in spazio di qualche anno fallì; e secondo ritraggo, ne fu piú tosto cagione la negligenzia sua che altra avversitá improvisa gli sopravenissi, perché era uomo magnifico e di grande animo, e non rivedeva e’ conti sua, ma lasciavasi governare da altri, e però ebbe quello fine che suole communemente avere chi non vede e’ fatti sua da se medesimo. Nondimeno le avversitá feciono conoscere la natura sua generosa e da bene, perché nello accordo fece co’ creditori volle pagare soldi venti per lira, ma ebbe solo grazia di tempo, e così a’ tempi convenutosi satisfece la intera somma, vendendo de’ sua beni. Ho inteso ancora ed è vero, che volle vendere la casa sua di Firenze, che era quella che fu poi di messer Luigi e di messer Rinieri; e perché la stava per sodo di dota della donna sua che era de’ Buondelmonti, come di sotto si dirá, non si poteva vendere sanza licenzia di lei; e sendo giá rimasto d’accordo col comperatore e menatolo in casa sua con un notaio per rogare el contratto e pigliare la licenzia della moglie, lei non volle mai dire sì, anzi cacciò di casa el notaio e chi comperava, e lui veduta la ostinazione della donna, e forse piaciutagli quella animositá, ebbe pazienzia.
massime sendovi ito a suo dispetto, e sperava forse che col

tempo sarebbono contenti a minore quantitá, accadde che messer Luigi amalò e mori; e nella infermitá sua non ricordava
La natura sua fu di uomo da bene, magnifico e generoso, e continuamente e da giovane e da vecchio tenne sempre pratica con grandi maestri e stretta familiaritá; come furono tutti questi signori di Romagna, el duca di Urbino, el signore di Camerino, el marchese Niccolò da Ferrara e Lionello suo figliuolo, Niccolò Piccinino, Niccolò Fortebracci, el conte Francesco Sforza; e sopra tutti col signore Braccio del Montone, di chi fu familiarissimo.
altro che Piero, e ordinò fussi riscosso; e cosi fu di poi che
si pagò di taglia ducati tremila, e’ quali credo andassino a
conto di tutta la ereditá di messer Luigi per suo ordine, non
a conto proprio di Piero; pure questo non so certo.
Tornato a Firenze, in spazio di qualche anno falli; e secondo ritraggo, ne fu piú tosto cagione la negligenzia sua che
altra avversitá improvisa gli sopravenissi, perché era uomo
magnifico e di grande animo, e non rivedeva e’ conti sua, ma
lasciavasi governare da altri, e però ebbe quello fine che suole
communemente avere chi non vede e’ fatti sua da se medesimo. Nondimeno le avversitá feciono conoscere la natura sua
generosa e da bene, perché nello accordo fece co’ creditori
volle pagare soldi venti per lira, ma ebbe solo grazia di tempo,
e cosi a’ tempi convenutosi satisfece la intera somma, vendendo de’ sua beni. Ho inteso ancora ed è vero, che volle
vendere la casa sua di Firenze, che era quella che fu poi di
messer Luigi e di messer Rinieri; e perché la stava per sodo
di dota della donna sua che era de’ Buondelmonti, come di
sotto si dirá, non si poteva vendere sanza licenzia di lei; e
sendo giá rimasto d’accordo col comperatore e menatolo in casa
sua con un notaio per rogare el contratto e pigliare la licenzia
della moglie, lei non volle mai dire si, anzi cacciò di casa el notaio e chi comperava, e lui veduta la ostinazione della donna,
e forse piaciutagli quella animositá, ebbe pazienzia.
La natura sua fu di uomo da bene, magnifico e generoso,
e continuamente e da giovane e da vecchio tenne sempre pratica con grandi maestri e stretta familiaritá; come furono
tutti questi signori di Romagna, el duca di Urbino, el signore
di Camerino, el marchese Niccolò da Ferrara e Lionello suo
figliuolo, Niccolò Piccinino, Niccolò Fortebracci, el conte
Francesco Sforza; e sopra tutti col signore Braccio del Montone, di chi fu familiarissimo.