Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana III.pdf/224: differenze tra le versioni

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{{Pt|que|chiunque}} introdursi ed andare ad esplorare, come infatti vi è stato chi per conto della Polizia, vi si è portato a spiare. Che se anche da alcuni di coloro, che formavano la platea, di più caldi, si facevano proposizioni o progetti avventati, nessuno potrà dire che Grandoni e gli altri del Consiglio li approvassero.


Anzi il Ruspoli sostiene che talvolta Grandoni parlava in senso di tenere all’ordine certuni più irruenti nelle pretese, inculcando moderazione e che tutto si doveva ottenere coi mezzi legali; i quali principi, non piacendo forse a taluno, dice il Costa che il Grandoni non godeva perciò troppa fiducia, che si dubitava che si fosse intruso per qualche mira, che si tacciava da Gesuita, e udì perfino una volta che si trattava di sbrigarsi di lui; e De-Angelis asserisce avergli detto più volte il Grandoni a quell’epoca, che essendovi delle teste calde, egli cercava di tenerle sottocchio e in soggezione, perchè non eccedessero. Se dunque il Grandoni non era il primo rappresentante in quella riunione, essendo Ruspoli il presidente, se esso come consigliere ebbe sempre a soci indivisibili il Costa, il Belli, in tutte le riunioni cui intervenne, e che si tenevano a porte aperte, se niuno può dire che quando esso vi assisteva con gli altri nominati soggetti, si prendessero, lui consenziente, dei partiti immoderati, risultando, ch’egli si adoperasse per tenere in freno i caldi e gl’irruenti fino al punto di divenire esoso ed insidiato della vita, nessuno di voi, o signori, credo che vorrà calcolare come un elemento di reità a danno dei Grandoni la sua intervenienza a Capranica, come non l’ha calcolato a danno del Ruspoli, del Costa e del Belli, le cui idee non si possono scindere da quelle del Grandoni, e che pur non sono stati punto perseguitati dal fisco.
que introdursi ed andare ad esplorare, come infatti vi è stato chi
per conto della Polizia, vi si è portato a spiare. Che se anche da
alcuni di coloro, che formavano la platea, di piú caldi, si facevano
proposizioni o progetti avventati, nessuno potrá dire che Grandoni
e gli altri del Consiglio li approvassero.
Anzi il Ruspoli sostiene che talvolta Grandoni parlava in senso
di tenere all’ordine certuni piú irruenti nelle pretese, inculcando
moderazione e che tutto si doveva ottenere coi mezzi legali ; i quali
principi, non piacendo forse a taluno, dice il Costa che il Grandoni non godeva perciò troppa fiducia, che si dubitava che si fosse
intruso per qualche mira, che si tacciava da Gesuita, e udi perfino una volta che si trattava di sbrigarsi di lui ; e De-Angelis asserisce avergli detto piú volte il Grandoni a quell’epoca, che essendovi delle teste calde, egli cercava di tenerle sottocchio e in
soggezione, perchè non eccedessero. Se dunque il Grandoni non
era il primo rappresentante in quella riunione, essendo Ruspoli il
presidente, se esso come consigliere ebbe sempre a soci indivisibili
il Costa, il Belli, in tutte le riunioni cui intervenne, e che si tenevano a porte aperte, se ni uno può dire che quando esso vi assisteva con gli altri nominati soggetti, si prendessero, lui consenziente, dei partiti immoderati, risultando, ch’egli si adoperasse per
tenere in freno i caldi e gl’irruenti fino al punto di divenire esoso
ed insidiato della vita, nessuno di voi, o signori, credo che vorrá calcolare come un elemento di reitá a danno dei Grandoni la sua intervenienza a Capranica, come non l’ha calcolato a danno del Ruspoli, del
Costa e del Belli, le cui idee non si possono scindere da quelle del
Grandoni, e che pur non sono stati punto perseguitati dal fisco.
Ma veniamo un poco piú alle strette. L’impunitario dice che
la sera del 14 novembre vi fu riunione al Circolo popolare, dove
fra gli altri intervenne il Grandoni e si tenne proposito dell’uccisione del Rossi, che circa le 3 o le 4 di notte mossero tutti per
accompagnare Sterbini a casa, e colá giunti furono congedati da
Sterbini, Ciceruacchio, Bezzi ed altri Legionari, dicendo loro Sterbini : — Ragazzi, io giá l’ho annunciato nel mio Contemporaneo,
non mi fate far domani trista figura — e si separarono ; nè esso sa
dove andassero.


Ma veniamo un poco più alle strette. L’impunitario dice che la sera del 14 novembre vi fu riunione al Circolo popolare, dove fra gli altri intervenne il Grandoni e si tenne proposito dell’uccisione del Rossi, che circa le 3 o le 4 di notte mossero tutti per accompagnare Sterbini a casa, e colà giunti furono congedati da Sterbini, {{Wl|Q535661|Ciceruacchio}}, Bezzi ed altri Legionari, dicendo loro Sterbini: — Ragazzi, io già l’ho annunciato nel mio ''Contemporaneo'', non mi fate far domani trista figura — e si separarono; nè esso sa dove andassero.
Qui cessa di parlar di fatto proprio ; e sottentrando a parlare

de relato altrui per ciò che egli suppone avvenisse posteriormente,
Qui cessa di parlar di fatto proprio; e sottentrando a parlare de relato altrui per ciò che egli suppone avvenisse posteriormente, in quella sera, dice che la sera seguente del 15, il Ranucci al Caffè delle Belle Arti gli contò che più tardi {{AutoreCitato|Pietro Sterbini|Sterbini}}, {{AutoreCitato|Pietro Guerrini|Guerrini}}, Grandoni e i Legionari si erano riuniti a Capranica, che quivi non
in quella sera, dice che la sera seguente del 15, il Ranucci al
Caffè delle Belle Arti gli contò che piú tardi Sterbini, Guerrini,
Grandoni e i Legionari si erano riuniti a Capranica, che quivi non