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narca universale ebbe a così dire, un piede in tutti i regni cristiani.

Dopo aver tolto a tutti i re una porzione del loro retaggio, Gregorio volle rassodare la sua potenza sulle proprie truppe. Obbligando rigorosamente i preti alla legge che vieta loro il matrimonio, egli fece del clero una sacra armata, isolata dalla terra straniera alle affezioni e agli umani sentimenti; non vivendo che per se stessa e pel suo proprio potere. Gli si fè resistenza: il clero italiano principalmente a gran fatica piegossi a questa legge del celibato; si sa come da indi in poi ha cercato di eluderla. Ma vinto una volta l’ostacolo, la conquista operata mercè di quest’unica istituzione fu immensa, inapprezzabile e d’una fecondità di cui è difficile calcolare i risultamenti. Il clero, il papato, la stessa Italia divennero ad un tratto il punto centrale dell’Europa cristiana. D’allora in poi Roma fu la patria comune del sacerdozio; questa vasta confraternita ecclesiastica, ricevendo direttamente dal Vaticano il suo potere, il suo lustro, la sua fortuna, non più si appartenne ad alcun re, ad alcun paese. Roma dettò la legge al mondo.

L’estremo progetto di Gregorio, progetto